Da Kennedy a Clinton, passando per Obama: ecco cosa si nasconde dietro il legame tra Arcipelago e USA
Si narra che da bambino colui che divenne il trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy (JFK) chiese a suo padre cosa fosse una colonia e Joseph Kennedy, uomo d’affari e diplomatico senza il quale la dinastia politica che generò non avrebbe reso famoso il suo nome, prese un mappamondo e indicò le Isole Canarie come esempio di colonia per suo figlio.
Ovviamente non esiste alcuna registrazione, almeno digitale, circa la veridicità di questo aneddoto che si basa solo su una fonte orale di notevole valore, il quarantaduesimo presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton, noto ammiratore di JFK, che, durante una visita a Tenerife, avrebbe raccontato l’episodio all’allora presidente del Cabildo Ricardo Melchior.
JFK non visitò mai le Canarie, nonostante si sia recato in Spagna durante la Guerra Civile, ma neppure, pare, dimenticò la lezione del padre.
Ora che i legami della superpotenza americana con le Isole Canarie sono diventati piuttosto in voga grazie alla presenza di Filippo VI e Letizia Ortiz agli eventi commemorativi del terzo centenario della fondazione di San Antonio in Texas, il nome dell’Arcipelago ha ripreso a girare per le stanze della Casa Bianca, soprattutto dopo che il re spagnolo è stato ricevuto nella residenza dell’attuale presidente Donald Trump.
Come JFK, sicuramente anche Trump conosce l’ubicazione delle isole, ma, analogamente, non le ha mai visitate, così come il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama.
In particolare Obama, primo e unico afro americano alla Casa Bianca, avrebbe espresso il desiderio, prima o poi, di visitare l’Arcipelago, ma solo per turismo.
McKinley, venticinquesimo presidente degli USA e noto per aver dato il nome alla montagna più alta del Nord America, (oggi Monte Denali, 6.190 metri), ha vissuto alla Casa Bianca nel 1898, proprio quando la Spagna perse le sue ultime colonie; l’impero emergente approfittò del declino spagnolo per rimanere con Cuba e Filippine, ma le Canarie erano di fatto un’altra pedina dello scacchiere di guerra.
Al di là dell’aneddoto di JFK, le Canarie sono apparse in molti dei piani dell’esercito americano, come quando nel maggio del 1898 gli statunitensi distrussero la flotta spagnola nella battaglia di Cavite (Filippine), e, due mesi dopo l’annientamento della flotta dell’ammiraglio Pascual Cervera nelle acque di Cuba, un avviso di massima allerta venne diffuso a Lanzarote per il timore di un’imminente invasione.
Vennero addirittura scavate le trincee, ma l’invasore non si presentò mai.
Oggi, con la base delle Azzorre a coprire i bisogni militari della superpotenza, le Canarie dovrebbero dormire sonni tranquilli.
E infine: Clinton, unico presidente degli Stati Uniti arrivato veramente sull’Arcipelago, venne, unicamente a giocare a golf e a godere del clima temperato, oltre che per raccontare l’aneddoto su JFK.
Franco Leonardi