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    L’inferno autostradale del sud di Tenerife, fino a 100 mila auto al giorno

    Foto da Canarias en red

    La circolazione sulle quattro corsie all’altezza di Guaza (Arona) della TF-1, una delle autostrade più trafficate della Spagna, rischia, con le sue 100 mila auto al giorno, di far collassare tutta la mobilità del sud di Tenerife.

    In base ai dati registrati da una stazione del Cabildo situata al km 68,7 dell’autostrada, è emerso che ogni giorno dalle 90mila alle 100mila auto, con picchi di 7.200 in una sola ora, si riversano sul tratto più congestionato del sud dell’isola, espressione di una chiara tendenza al rialzo.

    L’aumento nel 2018 del 14% dei mezzi in circolazione sulla TF-1 evidenzia infatti non solo l’insufficienza di una rete stradale ormai prossima al collasso, ma anche un incremento significativo della popolazione, soprattutto quella di Arona, Granadilla e San Miguel, zone dove ad aumentare sono stati anche i turisti (più di 75mila) e l’utilizzo di un modello di mobilità che privilegia le auto private rispetto ai mezzi pubblici.

    Le statistiche e i dati di previsione del trasporto del sud dell’isola tratteggiano uno scenario a dir poco drammatico, con una serie di problemi da risolvere di grande portata circa la mobilità di città come Granadilla e Adeje, dove il traffico è cresciuto del 7,5% nel 2018, un autentico record degli ultimi anni.

    La soluzione, secondo Miguel Becerra, dirigente di Fomento e Mobilidad, non sarebbe solo nella costruzione di nuove strade o nell’introduzione di più mezzi di trasporto pubblico, bensì partirebbe dalla trasformazione di un modello di mobilità ormai desueto e dalla contemporanea sensibilizzazione di tutta una popolazione che, fino ad oggi, ha sviluppato una cultura del trasporto legato all’individualità.

    Quindi limitare l’uso di veicoli privati, adottare misure di pianificazione del territorio per una migliore gestione della viabilità e degli spazi pubblici, sono tutte azioni da collegare all’asse portante della trasformazione: le persone e il loro benessere.

    Per raggiungere gli obiettivi occorre quindi muoversi su tre linee di azione principali: la promozione del trasporto multimodale per favorire la pedonalizzazione, l’uso delle biciclette e del trasporto pubblico collettivo, aumentare la competitività del trasporto pubblico rispetto a quello privato e fare in modo che i viaggi interurbani effettuati con mezzo privato siano di qualità e confortevoli (per intenderci: senza il rischio di rimanere imbottigliati ogni volta ndr).

    Lo studio e le soluzioni proposte costituiscono la base del futuro Pacto por la Movilidad, la cui approvazione dovrà attendere la prossima legislatura.


    Fondamentale sarà riuscire a trasmettere il concetto che la guagua non deve essere considerata come il mezzo di chi non possiede un’auto, bensì un servizio alternativo, sostenibile ed efficace.

    Del resto, precisa Becerra, se solo si intende ridurre al di sotto delle 1.000 auto per corsia il traffico della TF-1, è indispensabile trasferire almeno il 25% dei viaggi privati al trasporto pubblico.

    Ovviamente non è un obiettivo facile da raggiungere e nemmeno a breve o medio termine, ma iniziare fin da ora a lavorare verso questa direzione significa realizzare un passo alla volta un futuro modello di mobilità sostenibile.

    Ugo Marchiotto

     

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