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    I municipi entrano in campagna elettorale e iniziano ad asfaltare le strade

    I comuni delle Isole, come era già avvenuto nel 2015 e nel 2011, corrono ad appaltare opere nell’ultimo mese prima del doppio appuntamento elettorale.

    Operai che asfaltano piazze e strade, che riparano l’illuminazione stradale, che tosano l’erba e ristrutturano impianti sportivi, sono immagini che si possono vedere in qualunque municipio canario in questo periodo.

    Con le elezioni del 28 aprile alle porte e soprattutto le municipali del 26 maggio, i Comuni della Comunità Autonoma hanno dato il via alle gare per le opere pubbliche e ancora una volta l’approssimarsi delle elezioni è stato il miglior sindaco.

    In questa occasione nemmeno i problemi burocratici sollevati dalla nuova legge sui contratti nel settore pubblico hanno impedito che il volume di appalti dei comuni crescesse in maniera esponenziale alla vigilia delle elezioni.

    I dati delle associazioni di Imprese di Costruzioni e Concessionarie di infrastrutture, calcolano che le opere che le varie realtà locali hanno mandato a gara nell’ultimo trimestre dello scorso anno sono pari a 146 milioni di euro.

    Una cifra che corrisponde al 18 % in più di quanto fatto nello stesso periodo del 2017.

    Sembrerebbe quindi che i comuni diano il via a progetti di rinnovamento solo in prossimità di un appuntamento elettorale.

    La somma degli importi riportati dal Bollettino Ufficiale per l’ultimo trimestre del 2018, non solo rappresentano questo 18%, ma costituiscono anche la cifra maggiore stanziata in quel lasso di tempo per opere civili dal 2010 ovvero l’anno precedente ad un’altra elezione.


    Sebbene questo aumento sia un segnale di miglioramento delle possibilità economiche, è indubbio che è anche una costante in ogni bilancio precedente ad una tornata elettorale.

    Nell’ultimo trimestre del 2010, pochi mesi prima delle elezioni che si sono tenute il 22 maggio 2011, i comuni diedero in appalto opere pubbliche per 162 milioni di euro, una quantità superiore al periodo prima dell’arrivo della crisi.

    Negli anni dal 2007 al 2010 le opere pubbliche furono incentivate con i fondi del Piano E di Rodriguez Zapatero che inondò di denaro i comuni affinché, dando inizio al maggior numero possibile di opere pubbliche, promuovessero l’occupazione.

    Lo stesso avvenne nel 2014, anno precedente le elezioni locali del maggio 2015.

    Nell’ultimo trimestre del 2014, nonostante la crisi economica, i comuni offrirono contratti per 48 milioni di euro. Una cifra superiore a quella erogata nel 2013 (32 milioni), nel 2012 (quasi 12 milioni) e nel 2011 (14 milioni) e, come nel 2010, molto più alta dei tre esercizi precedenti (che non corrispondevano ad un appuntamento elettorale) e dell’ultimo trimestre del 2015.

    Ciò significa che furono appaltate più opere nell’ultimo periodo della crisi che in quello della ripresa.

    Una situazione simile si sta delineando ora perché i quasi 146 milioni della fine del 2018 sono di più di quanto venne speso nei tre anni precedenti.

    I soldi stanziati per gli appalti sono aumentati nel primo trimestre del 2018, hanno subito un forte calo tra la primavera e l’estate e sono risaliti a partire da ottobre.

    Ciò è stato determinato dall’entrata in vigore della nuova legge per i contratti nel servizio pubblico che ha causato profondi cambiamenti e ha reso necessario modificare i regolamenti.

    I municipi ovviamente si sono attivati per non perdere tempo.

    Il motivo della brusca interruzione nell’affidamento di opere dell’anno passato è quindi stata l’entrata in vigore della nuova legge.

    Di fatto nei comuni si temeva che il processo di adeguamento alla nuova legge avrebbe stato complicato gli affidamenti di opere durante tutto il periodo di esercizio.

    L’approssimarsi delle elezioni, però, ha fatto sì che venissero superati i problemi relativi alla scarsa dimestichezza con la legge, i consigli comunali si sono messi in regola e hanno potuto iniziare le migliorie delle città.

    La tendenza è comprovata dai dati relativi al primo mese del 2019.

    Lo scorso gennaio, a pochi mesi dell’appuntamento elettorale, i comuni hanno affidato lavori per 41,8 milioni, più di quanto venne speso nel gennaio 2018 (34,7 milioni), molto di più del primo mese del 2017 (6,7 milioni) e del 2016 (3,6 milioni), quando ormai la crisi era alle spalle.

    Claudia Di Tomassi

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