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    Mix Italy dicembre 2018

    Morricone: 90 anni ma non li dimostra

    Siamo nell’ultimo mese dell’anno. Natale è vicino, Capodanno pure. Ci occupiamo con piacere di un Grande italiano che da poco ha spento le sue prime 90 candeline. Ci riferiamo al Maestro Ennio Morricone, un gigante ed un genio della musica che il Paese nel quale la musica è nata dovrebbe sentirsi in obbligo di nominare senatore a vita. Se Morricone non rientra tra gli italiani che “hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”, come recita l’articolo 59 della Costituzione, chi ci rientra? Sono sue le tante musiche da film che più o meno tutti conosciamo. Allievo di Goffredo Petrassi, altro pilastro della musica del secolo scorso, Morricone ha collaborato sin dagli esordi con i maggiori registi e musicisti di tutto il mondo. Oltre alle colonne sonore, ovunque accolte con successo, è stato l’artefice di arrangiamenti indimenticabili di tante “canzonette” degli anni sessanta del secolo scorso ed è anche molto apprezzato come autore di musica classica. Col passare degli anni la sua musica non perde in originalità e freschezza e non smette di emozionarci e di stupirci. Il Maestro, insomma, ha 90 anni ma artisticamente non li dimostra. E’ già, in vita, eterno.

    La Federazione Italiana Cuochi è da oggi ambasciatrice della Cucina italiana nel mondo

    Con un Protocollo d’intesa recentemente firmato insieme al Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo la Federazione Italiana Cuochi, che vanta 19 mila iscritti e 15 Delegazioni di cuochi italiani all’estero, vede rinsaldato il suo ruolo di ambasciatrice della cucina italiana nel mondo. Come tale vedrà potenziata la sua presenza nelle Fiere internazionali di settore e in tutti gli eventi che hanno ad oggetto la promozione e la difesa del made in Italy agro-alimentare a cominciare dalla “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” di quest’anno. Il Protocollo, voluto tra l’altro nel nome del vero prodotto italiano e contro le falsificazioni ancora troppo numerose e dannose dei prodotti italiani sui mercati esteri, servirà anche ad avvicinare il mondo agricolo italiano alla cucina fornendo informazioni sulle tante e diversificate tipicità regionali.

    Col “Goulash di vitello con polenta rustica e frant” il Friuli sbaraglia tutti al Salone nazionale dell’agriturismo

    L’azienda agricola Cortivo Pancotto di  Caneva (PN) si è aggiudicata l’edizione 2018 del Campionato di cucina contadina svoltosi ad Arezzo in occasione dell’Agrietour, il Salone nazionale dell’agriturismo. Il piatto friulano vincente è stato il Goulash di vitello con polenta rustica e frant cucinato con carne di vitello grigio, allevato con fieno, farine di cereali, senza svezzamento. La polenta rustica è fatta con semi di mais antichi. A questo piatto viene abbinato il Frant: frantumazione di esclusivi formaggi di malga di varie annate lavorati e uniti dalla panna, speziati con pepe. 

    Al secondo posto si è piazzata la Pastiera di Farro proposta dall’agriturismo Collina di Roseto di Benevento mentre il terzo posto è andato a Sagne e fascior con cannellini di Atina dop, pecorino di Picinisco DOP e cotiche, una proposta gastronomica dell’agriturismo Il Fascinaro di Casalvieri (Fr).

    Il settore dell’agriturismo è nel complesso un settore in crescita. Oltre il 30% delle prenotazioni arriva da stranieri. Nell’ultimo anno la presenza di americani è cresciuta del 15%. Nel 2017 le aziende agrituristiche autorizzate alla ristorazione (o agriristori) sono state 11.407 (+0,7% rispetto al 2016), pari al 48,7% degli agriturismi italiani e dispongono di 441.771 posti a sedere (-0,5% sull’anno precedente). Il fatturato previsto per l’anno in corso per la sola attività ristorativa degli agriristori si attesta intorno ai 10 milioni di euro.


    Italiaterapia”, il blog dei viaggi con le emozioni

    Nato da un’idea della giornalista Roberta Isceri, “Italiaterapia” è il blog per chi vuole visitare i luoghi senza la smania di vedere tutto e in velocità preferendo la profondità, il contatto intimo, considerando il viaggio come una dolce medicina che produce esclusive ed inconfondibili emozioni.

    Se un viaggio non suscita emozioni”, si dice convinta Roberta Isceri, “c’è qualcosa che non va: o non è scoccata la scintilla o la nostra anima ha bisogno di altro”. Non a caso il suo blog è organizzato per “emozioni in viaggio” viste come chiavi di ricerca e aree tematiche: gioia, nostalgia, paura, rabbia, sorpresa, tristezza. Roberta è risolutamente convinta che il viaggio sia sostanzialmente la ricerca del bello e che proprio per questo l’Italia debba essere il punto dal quale partire ancor prima di avventurarsi nella ricerca del bello in ogni altra parte del mondo. “Credo che prima di viaggiare all’estero”, afferma, “ sia necessario conoscere il nostro Paese. Questo non per campanilismo ma perché sono convinta che troppo spesso si scelga una meta perché ‘cool’ e non per un reale interesse. Non si tratta di un ordine cronologico tassativo ma dell’attenzione che bisogna riservare alle nostre radici. Questo, secondo me, permette di godere appieno della diversità che si incontra viaggiando”.

    Quali mete è possibile suggerire per provare emozioni “forti” per Natale o per il primo mese dell’anno nuovo? “Per la gioia scelgo Rio de Janeiro; per il dolore mi viene in mente la Bosnia ed Erzegovina. Rimpianto e tristezza si trovano in Puglia, in principal modo a Taranto che, a parte l’ILVA, è caratterizzata da centri storici antichissimi, cibo imbattibile, spiagge selvagge e luce”. Per l’odio? “Israele”. Per la felicità? “Berkeley e San Francisco, città che sprizzano libertà”. E per la rabbia? “Basta andare in India e osservare la povertà estrema da vicino”. Restano la tranquillità, la sorpresa, la felicità. “E’ sufficiente un tour tra i borghi della Tuscia per ritrovare la tranquillità. A sorprendermi per la loro diversità sono state città come Cadice o Eindhoven. A regalarmi euforia è stata Sydney, una città che identifico con il sole. La felicità, quella vera, è inutile cercarla ‘fuori’. Se non ce l’hai dentro…”.

    PAOLO GATTO

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