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    La UE verso l’abolizione dell’ora legale ma gli italiani non lo sanno

    Lo scorso 31 agosto il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Junker ha dichiarato in un’intervista ad un’emittente tedesca che il parlamento Europeo sta valutando di prendere misure per abolire l’alternanza ora solare – ora legale nei paesi dell’Unione.

    Per sondare il gradimento di questa mossa l’Unione ha lanciato una consultazione informatica che si è svolta sul web tra il 14 luglio e il 16 agosto in cui si chiedeva ai cittadini di indicare se preferissero abolire l’alternanza ora solare /ora legale e quale tipo di orario vorrebbero mantenere.

    I dati ufficiali riportano una partecipazione di 4,6 milioni di cittadini in rappresentanza però di una piccola minoranza di Stati.

    Il referendum ha avuto più seguito in Germania, Polonia e altri paesi del nord Europa dove c’è un maggiore interesse nella possibilità di fare una scelta coerente con la posizione geografica e con il clima.

    A questo proposito Violeta Bulc, commissario ai Trasporti dell’Unione, si sente di escludere la possibilità di un’Europa con orari a macchia di leopardo.

    Fermo restando che ogni Stato sarà libero di decidere in base alla propria convenienza, il Parlamento Europeo spinge per uniformare tutti gli Stati all’ora legale, lo stesso Junker in risposta a chi chiedeva quali fossero le aspettative del Parlamento Europeo ha detto “(…)There was a public survey, millions answered and are of the view that it’s the summertime that should be used all the time in the future, and so it will be (…)” [Trad. “C’è stata una consultazione pubblica, in milioni hanno risposto ed essi sono dell’opinione che in futuro debba essere sempre usata l’ora legale e così avverrà”].

    (NdR: consulta pubblica che in Italia, ad esempio, non è stata minimamente pubblicizzata, infatti gli italiani NON hanno votato-come mai?)

    In realtà in Italia ha votato solo lo 0,4% della popolazione, probabilmente uno sparuto drappello di addetti ai lavori, interni alla Commissione europea, i soli a conoscenza di questa consultazione.


    Un dato sconfortante che evidenzia come gli italiani abbiano perso un’occasione per far sentire la propria voce nell’Unione Europea, lasciando ancora una volta la parola ai “pochi eletti”. 

    La modalità del referendum on line ha relegato nei confini del web la consultazione, togliendo visibilità alla vicenda.

    Il fatto è stato proposto in pieno periodo estivo, quindi l’opinione pubblica italiana non ha avuto modo di esprimersi sulla questione.

    Ma entro ottobre 2019 l’Italia dovrà comunque decidere se tenere sempre la cosiddetta ora legale, quella che entra in vigore a marzo e dura fino alla fine di ottobre, oppure l’ora solare che attualmente si ha da ottobre a marzo.

    Viene quindi spontaneo chiedersi se si ricorrerà alle urne vere e proprie per sapere cosa ne pensano i cittadini o quale sistema il Governo elaborerà per portare a Bruxelles il parere degli italiani.

    Ponendo il caso che in Italia si opti per l’ora legale fissa, la decisione avrà dei riscontri pratici pressoché immediati: gioveremo di serate più lunghe e luminose, ma avremo l’alba un’ora più tardi.
    I vantaggi sarebbero per la salute, visto che la luce influisce sul benessere delle persone e anche per le nostre tasche dato che si potrebbe sfruttare meglio la luce del sole per le normali attività diurne.

    In caso contrario, ovvero di opzione per l’ora solare fissa, avremmo un’alba e un crepuscolo precoci per le nostre abitudini e probabilmente un aumento dei consumi energetici.

    Secondo i dati comunicati da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, nel 2017, l’uso dell’ora legale ha permesso un risparmio di circa 110 milioni di euro per un minor consumo di 567 milioni di kw/h e minori emissioni di CO2 in atmosfera per 320mila tonnellate.

    Diverso il caso della Spagna dove il dibattito non è nuovo e già da un paio di anni si discute se sospendere l’alternanza ora solare/ora legale allineandosi alla situazione geografica corrispondente.

    La Spagna ricade nel meridiano di Greenwich pertanto dovrebbe avere lo stesso orario di Regno Unito, Irlanda e Portogallo, ma nel 1942 Franco decise di far coincidere l’ora di Madrid con quella di Roma e Berlino.

    Nel provvedimento non furono menzionate le Canarie pertanto le nostre isole sono un’ora indietro rispetto alla Spagna peninsulare.

    A quanto pare, il prossimo 28 ottobre sarà l’ultima volta che sposteremo le lancette dell’orologio un’ora indietro, nel 2019 invece scopriremo se, una volta recepita la direttiva europea, il governo di Madrid lascerà invariata la situazione o ci saranno novità anche per l’arcipelago.

    Claudia Di Tomassi

    NdR: Per quest’anno, forse l’ultima volta che si farà, il cambio dell’ora legale in solare sarà la notte tra sabato 27 ottobre e domenica 28… alle ore 3.

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