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    Filtri d’amore e stregoneria, l’uso magico delle piante alle Canarie

    Tra i tanti aspetti che rendono l’Arcipelago un concentrato di fascino e bellezza, impossibile non menzionare quello che riguarda l’utilizzo magico di erbe e piante per preparare filtri d’amore e curare malefici; le isole sono note per i rituali antichi che guaritori e guaritrici ancora oggi si tramandano da secoli e che sono nati da incroci culturali profondi con l’Asia, l’Africa e l’America.

    A dispetto di quanto si possa pensare, quello dell’uso magico delle piante è un argomento non solo folcloristico ma soprattutto storico, che vive a dispetto del fatto che non sia descritto sulle guide turistiche.

    Grecy Pérez, professoressa dell’Università di La Laguna a Tenerife ha recentemente reso pubblico uno studio antropologico sull’utilizzo delle piante e sui rituali che lo accompagnano, dimostrando che dietro quel sapore ancestrale di stregoneria esiste una base ben consolidata di conoscenze erboristiche in grado di risolvere efficacemente molti problemi che affliggono l’organismo.

    Nella ricerca presentata, la Pérez sottolinea inoltre che, a differenza di Cuba, dove la stregoneria e i riti magici e propiziatori sono molto sentiti e i rimedi offerti sono pregni di religiosità e partecipazione di massa, alle Canarie i rituali sono più intimi e finalizzati alla cura.

    Sulle isole ad esempio il finocchio è uno di quei rimedi utilizzato per trattare crampi, problemi di inappetenza e di digestione oltre che come tonico muscolare, mentre a Cuba, dove viene chiamato eloquentemente bastone della morte, è alla base di pozioni usate per eliminare un’azione malvagia di stregoneria, tanto da essere comune nelle cerimonie che vengono fatte durante le sepolture a protezione dell’estinto.

    L’uso magico delle piante nelle isole Canarie, afferma la professoressa, è molto noto e spesso in relazione con i cosiddetti filtri d’amore, cura di incantesimi, allontanamento spiriti malvagi, purificazione di abitazioni, però non esiste una relazione simbolica diretta tra la pianta e il suo potere dal punto di vista religioso.

    La guarigione effettuata nel contesto di rituali senza che questi siano parte di un particolare evento o di una cerimonia specifica, è la più comune, che sia per contrastare un dolore fisico o per sconfiggere il malocchio.

    Vi sono comunque rituali, precisa la Pérez, che, avvolti da religiosità, si basano sulla richiesta di favori a un morto, un santo o uno spirito, affinché questi intercedano o partecipino al processo di guarigione auspicato.


    La pianta chiamata jiba, Erythroxylon havanense, alle Canarie viene utilizzata per tutte le malattie polmonari e veneree, mentre a Cuba viene considerata una scaccia streghe e con essa si fanno croci per allontanare gli spiriti oscuri.

    La pianta del fico nelle isole viene invece impiegata per confezionare particolari collane con cui curare parotite, gastrite, reflusso ed emorroidi; a Cuba la stessa pianta è alla base di pozioni d’amore e viene collegata, benché senza motivo, a Oshún, una autorità religiosa mistica.

    A Cuba infine ogni pianta avrebbe un suo proprietario, colui che conferisce non solo le proprietà curative ma che sarebbe in possesso di un potere magico riconosciuto da tutta la popolazione.

    Gli esempi di questa differenza nell’uso magico delle stesse piante sono molti, afferma la Pérez, tuttavia le somiglianze sono dovute al fatto che i metodi realizzati a Cuba hanno una radice canaria.

    Anita Caiselli

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