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    Il WEB, covo di bugie e sogni infranti, forse sì!

    Iniziato questo 2018, stranamente sono ricominciate le “pubblicità” verso le isole dell’eterna primavera (erano mai terminate?)… arrivano mail continue di persone, famiglie e coppie che chiedono lumi su un eventuale trasferimento  nell’arcipelago più chiacchierato del XXI secolo.

    “In questi giorni, giusto un mese prima delle elezioni politiche, il grande dubbio che sorge al popolo italiano è – ma quanto costa vivere nelle isole Canarie? – C’è chi risponde 1.000, c’è chi scrive 1.200, chi euro 2.000, insomma abbiamo capito finalmente che anche nelle isole ahimè purtroppo costa vivere. E’ sacrosanto e senza ombra di dubbio che chi il grande salto lo ha già fatto, dirà la pura e semplice verità, scrivendo cifre corrette, ma vi è sempre il popolo che sta nell’altra sponda che per AUTO CONVINCERSI o per trovare quella giusta motivazione a far prendere il gommone a moglie, figli e amico a quattro zampe, con annesso mobilio in stile arte povera lasciato in eredità dalla nonna defunta nel 1930 e del fidato divano sul quale il capo famiglia non rinuncia alla sua dipartita pomeridiana o serale, che incomincerà con il dirti che -sempre meglio che in Italia- arrivando a gonfiarsi le bollette delle utenze della residenza italiana fino al 50% in più.”

    In questa povera Italia chi ci rimarrà?

    Intanto qui (a Tenerife) aumentano i senza lavoro, gli “okupa” per necessità e non, le persone che cercano qualsivoglia lavoro, che ovviamente in patria mai e giammai avrebbero accettato.

    Le Caritas dell’Isola si prendono cura di parecchie famiglie italiane in disgrazia, ma NON si deve dire! Anzi si devono inviare su faccialibro (per fare un po’ rosicare gli amici italiani) i selfie dalle spiagge esotiche (?) o selfie da incredibilmente luminosi ed affollati centri commerciali.

    Il capo famiglia italiano non chiede alla moglie, lui ascolta Facebook ed anche sconosciuti come la sottoscritta e tanti altri, che in modo disonesto avvisano che, se non conosci due lingue minimo, che non sono il milanese ed il napoletano, ma inglese e spagnolo, qui si fatica ad inserirsi in un mondo lavorativo e sociale sempre più barcollante per la troppa richiesta e la conseguente poca offerta: offerta tra l’altro che richiede professionalità ed esperienza (come in ogni altro luogo turistico).

    Poi si passa a leggere di imprenditori che qui, sì proprio qui a Tenerife, non riescono a trovare personale per le loro attività, allora tutti a urlare (sempre su FB) che sono schiavisti, qui si lavora anche i sabati e le domeniche, si richiedono troppe ore giornaliere… gli stipendi sono bassi… Ovviamente c’è sempre l’imprenditore furbetto, ma lo si riconosce immediatamente secondo me! Nessuno sa che la paga base regolare per i lavori nella ristorazione è bassissima (si parla di 790 euro mese per le 38/40 ore settimanali).

    Qui non in molti sanno che per un libero professionista sopra i 60 mila euro annui (e non sono tanti) si paga il 43% di tasse (non male!!!).


    Qui non in molti sanno che non si ha copertura sanitaria gratuita per tutti e le assicurazioni private dopo i 65 anni faticano a farti polizze (non male!!!).

    Qui non in molti sanno che ormai si è complicata anche la burocrazia, che in ogni ufficio della stessa isola per la stessa medesima pratica ci sono procedure differenti (non male!!!).

    Qui non tutti sanno che sono “spuntate” molte agenzie servizi che cercano polli che vogliono trasferirsi o semplici anziani non pratici da spennare anche chiedendo 3.000/4.000 euro per gestire pratiche assolutamente banali e dal costo di pochi euro (non male!!!).

    Qui non tutti sanno che quasi tutti i locatori comprese le agenzie immobiliari  se non si hanno garanzie chiedono 3 o 6 mesi di affitti anticipati (non male!!!).

    Poi tornando a faccialibro, dopo innumerevoli risposte, con varie idee e correnti di pensiero, spunta sempre il fenomeno, secondo me decisamente fuori luogo ed ignorante (dal lat. ignorare, corradicale di ignarus, dove la IN è privativa e GNORUS è che sa) che se ne esce bel bello con la frase STORICA: – ma voi se state così male lì (intendendo le isole) perché state lì e non ve ne tornate in patria?-

    Da questo momento in poi diventerebbe inutile e sadomasochista continuare a commentare.

    Buena vida para todos!

    Bina Bianchini

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