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    Alla scoperta di Puerto de la Cruz, i luoghi più emblematici – prima parte

    Puerto de la Cruz sta sbaragliando tutte le altre località canarie, come dimostrano i dati relativi a un turismo sempre più crescente.

    Ma a cosa è dovuto un successo così eclatante che spinge i tour operator a mettere Puerto de la Cruz tra le mete più gettonate dell’anno?

    I motivi sono diversi, a partire dall’impegno delle amministrazioni per valorizzare il territorio nel rispetto dello stesso e dell’ambiente, ma Puerto è affascinante principalmente per la sua storia, i cui resti ancora gloriosi testimoniano una particolare attenzione alla bellezza architettonica e alla cultura in generale.

    Uno di questi luoghi emblematici è senza dubbio il Museo Arqueológico, risalente al XVIII e XIX secolo che si affaccia sulle strade di El Lomo e San Felipe.

    L’edificio a due piani ha un balcone che si apre sulla facciata, dotato di cinque corpi e chiuso con finestre a ghigliottina e vetrate, dove motivi decorativi di soli e rombi rivestono i pilastri a foggia di vaso.

    L’ingresso principale è attraverso il cortile da cui si accede direttamente dalla strada, accogliendo i visitatori in un autentico pezzo di storia di Puerto.

    Imperdibile è anche El Lomo, un museo datato 1953, nato grazie all’iniziativa dell’Instituto de Studios Hispánicos e successivamente restaurato nel 1991.

    La sua sorprendente collezione vanta ceramiche aborigene, resti di mummie guanches, una cartografia del XVII secolo e altri gioielli storici arrivati nel museo grazie all’Istituto ed a donazioni private.


    La mostra permanente La Cerámica Guanche è un autentico percorso nel tempo per conoscere le abitudini di vita quotidiana della prima civiltà canaria, dove magia e morte si confondevano profondamente come testimoniato dalla ricostruzione di un tipico villaggio aborigeno.

    Los Hornos de Cal è un altro dei luoghi emblematici di Puerto, dichiarato monumento storico dal Gobierno spagnolo nel 1993 e vero simbolo della fase pre-boom turistico della città.

    Los Hornos de Cal, costruiti tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, sono dislocati dove una volta sorgevano gli antichi forni nei quali si bruciava il legno di erica.

    La costruzione venne realizzata con la cosiddetta pietra molinera, una pietra estratta in una cava situata nella zona vicino all’entrata dell’Hotel Taoro, e con altri materiali come mattoni e fango.

    Conosciuti popolarmente come los Hornos de D. Luis o de los González, i forni utilizzavano come combustibile il carbone inglese trasportato da Gran Canaria su imbarcazioni a vela fino al porto cittadino.

    Analogamente veniva importata da Fuerteventura la pietra calcarea, che una volta cotta dava vita a due prodotti, la cal de albeo, ovvero una calce utilizzata per imbiancare le pareti e la calce comune mescolata a gesso, molto richiesta per i rivestimenti.

    Per la lavorazione della pietra calcarea venivano impiegati 14 uomini che lavoravano dall’alba al tramonto per produrre in un’unica infornata, fino a 3.600 kg di calce.

    Oltre ai forni vi sono strutture ausiliarie del tempo, come recipienti dove veniva stivata la calce appena prodotta e pronta per essere venduta al pubblico.

    L’attività dei forni è durata fino al 1940, interrottasi con l’avvento della concorrenza di altri prodotti più moderni come il cemento o le vernici in plastica.

    Il complesso degli Hornos de Cal, oggi restaurati come eccellente esempio dell’antica storia popolare, sono i responsabili del bianco brillante di molte case che sono la caratteristica peculiare di Puerto de la Cruz.

    di Ilaria Vitali

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