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    Tenerife, la popolazione raddoppia al Sud ma ristagna al Nord

    La popolazione del sud di Tenerife ha registrato negli ultimi anni una crescita senza precedenti che, per una regione di un territorio insulare, non ha eguali in tutto il mondo.

    Solo nel corso di questo secolo il numero dei residenti è aumentato di 140.000 persone, qualcosa come tutti gli abitanti della città di La Laguna messi insieme.

    Tra le ragioni dell’aumento demografico vi è senza dubbio il consolidamento del Sud dell’isola come una delle principali destinazioni turistiche d’Europa, dietro la cui ascesa vertiginosa vi sono nuovi hotel di lusso, strutture ricettive di alta qualità, modernizzazione degli impianti e diversificazione dei servizi offerti.

    L’esempio più eclatante è quello di Adeje che dal 2.000 a oggi ha più che triplicato la popolazione registrata nel comune.

    Non è quindi un caso che la città ospiti la più alta concentrazione di hotel a cinque stelle di tutta Europa.

    Inoltre possiede il più basso tasso di disoccupazione di tutto l’Arcipelago, solo un 8%, che si attesta di 13 punti inferiore rispetto alla media regionale.

    A seguire l’aumento della popolazione anche ad Arona, San Miguel, Candelaria e Granadilla de Abona, che hanno raddoppiato il numero di abitanti.

    Spettacolare anche la crescita di San Isidro che, con oltre 20.000 persone, ha la stessa popolazione dell’isola di La Gomera.


    Il binomio turismo-aumento degli abitanti è legato ovviamente alle maggiori offerte lavorative che zone altamente turistiche e ricche di strutture ricettive possono offrire.

    Questo in termini di lavori, dai meno qualificati, come camerieri di ristoranti e d’albergo, a quelli più ricercati come quelli che richiedono una maggior preparazione e competenza.

    Già da tempo il presidente della CEOE di Santa Cruz de Tenerife nonché esperto di sviluppo demografico, José Carlos Francisco, aveva messo in guardia da anni che il centro di gravità dell’isola di muoveva sempre più a Sud, a scapito del nord e dell’area metropolitana.

    Oggi è una realtà di fatto che la volontà di costruire grandi infrastrutture s’indirizzi nella parte bassa dell’isola.

    Con il boom del turismo e l’apertura di molte posizioni lavorative, si è verificato un fenomeno paradossale.

    Molti immigrati provenienti da paesi europei occupano posti di lavoro che i residenti delle zone del nord dell’isola non hanno mai preso in considerazione per problemi di spostamento, contribuendo così all’inevitabile aumento della popolazione.

    di Magda Altman

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