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    Tenerife Sur: emergenza siccità

    Asaga, Asociación de Agricultores y Ganaderos de Canarias, ha richiamato recentemente l’attenzione sulla grave emergenza siccità che si sta verificando nel sud di Tenerife, così come in molte zone dell’Europa.

    Nel caso di Tenerife, l’inverno poco piovoso e una estate piuttosto torrida, hanno rappresentato una seria minaccia per le colture e gli allevamenti di bestiame presenti, tanto che agricoltori e allevatori hanno richiesto alle amministrazioni pubbliche del territorio una decisa, e fino ad ora assente, risposta istituzionale in merito alla ricerca di soluzioni che aiutino i settori coinvolti.

    La situazione di emergenza stride con il ritardo, ad esempio, della messa in funzione dell’impianto di desalinizzazione di Guía de Isora, una mancanza che ha comportato dirette conseguenze nella campagna della regione, in particolare nei comuni di Arona, Adeje, Guía de Isora e Santiago del Teide, dove gli agricoltori si sono trovati senza l’acqua sufficiente per garantire i raccolti.

    La situazione è risultata ancora più complessa per le zone di Vilaflor e Fasnia a causa della loro altitudine, ora già gravemente danneggiate dalla siccità sia per quanto riguarda le coltivazioni che per l’approvvigionamento idrico per la cittadinanza.

    E di fronte a questo quadro di emergenza e in seguito alle richieste di intervento da parte di Asaga direttamente al Gobierno de Canarias e al Cabildo di Tenerife, è stata organizzata una riunione aperta a tutti coloro facenti parte del settore agricoltura e allevamento, cui hanno partecipato il Ministro dell’Agricoltura del Gobierno Narvay Quintero, il presidente del Cabildo Carlos Alonso, il viceconsigliere regionale Abel Morales e il responsabile insulare Jesús Morales.

    Dalla riunione è emerso che la mancanza di pioggia durante l’inverno ha provocato la riduzione della capacità totale dei bacini di tutta l’isola di Tenerife, ma in particolare del sud, di quasi il 50%, il che significa che dei 5 milioni di metri cubi a disposizione normalmente, solo 2,6 risultano fruibili.

    Quella della siccità, del resto, è una reale emergenza mondiale, hanno sottolineato alcuni esperti nel corso dell’estate 2017, oltre che un problema dibattuto da diversi anni.

    Secondo il rapporto del World Resources Institute nel 2040 il mondo resterà senza acqua, il che significa che nel corso di 25 anni si assisterà a un aumento delle zone più secche con conseguente perdita dell’agricoltura e degli allevamenti.


    Come già avvenuto in alcuni paesi come la Siria, la carenza di acqua spingerà molte popolazioni a lasciare le proprie terre verso le aree più urbane, creando destabilizzazione e disequilibrio nella compagine sociale ed economica.

    E nello scenario catastrofico del WRI, i paesi più colpiti non saranno solo quelli più lontani da noi, come si tenderebbe a pensare, ma paradossalmente saranno i nostri stessi territori, in particolare Spagna e Italia.

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