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    SPIGOLATURE ottobre 2017

    illustrazione di John Tenniel,1890,
    per edizione “Alice in Wonderland”

    La terra vuole i suoi morti

    Pare che non possiamo né evitare di morire né uscire dai limiti.

    Arricchiamo forse la nostra vita per paura di perderla ma poi i conti non tornano.

    Forse è una questione gnostica: la terra vuole i suoi morti.

    Decenni fa “crearono” il Talidomide, un medicinale che doveva servire a togliere il dolore del parto, ma questo farmaco fece nascere bambini senza arti, dunque la sofferenza che si voleva evitare si è riaffacciata più devastante. E che dire del disastro di Bhopal in India, dove uno stabilimento chimico, che produceva un pesticida per incrementare la produzione di prodotti agricoli con meno malattie, esplose e persero la vita migliaia e migliaia di persone; per dire che la stessa cosa che doveva alleviare dalla fame la popolazione, invece la uccise.

    Possiamo anche parlare delle automobili che ci aiutano a vivere più “serenamente” (come pure il contributo delle ambulanze e le autobotti dei Vigili del Fuoco) ma che provocano oltre un milione di morti all’anno nel mondo per incidenti stradali.

    Trovo in questo una similitudine con alcune forme di influenza dei giochi delle leggi dell’universo.

    Dicono che la miglior vendetta è il perdono.


    Secondo me è vero, anzi, è addirittura più devastante il conto che deve pagare chi fa un torto e viene da noi perdonato.

    Se io dovessi vendicarmi per un torto subito, che misura do a questo torto?

    Quale costo stabilire per ripagarlo della stessa moneta?

    Una persona mi deruba, oppure parla male di me, ingiustamente, su un social network, e ci sto malissimo, mi demoralizzo, la mia profonda sofferenza chiede vendetta.

    Do un valore a questa sofferenza, un valore che individuo oggi, senza pensare al domani, senza sapere quali altre conseguenze provocherà la cattiveria ricevuta.

    Dunque al ladro do un pugno o a chi sparla di me rispondo scrivendo parole che nel mio cuore credo diano la stessa sofferenza.

    E con questo ho come “chiuso” il contenzioso con la mia misura di vendetta.

    Ma le leggi dell’universo sono più “lungimiranti”, loro sanno quantificare il danno reale e ciò che provocherebbero al fautore di queste cattiverie è molto peggio di quanto ho stabilito io.

    Questo se io perdono e delego a queste leggi la vendetta adeguata.

    Un’amica mi diceva: “Ho ricevuto una cattiveria enorme, ma il mondo gira e il male ritornerà a chi lo ha fatto”; giusto!

    Ma questa amica ha un tumore al seno, dunque mi chiedo lei, a sua volta, che male ha fatto?

    Questi sono due “postulati” naturalmente, ma come scriveva Lewis Carroll in Alice nel Paese delle Meraviglie:

    – “Alice ma tu ogni tanto impari dalle tue esperienze o cosa?”

    – “Cosa”

    di Andrea Maino

    illustrazione di John Tenniel,1890, per edizione “Alice in Wonderland”

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