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    Tenerife, una grande esperienza di vita

    Ciao, mi chiamo Fabio, ho 31 anni e da più di 4 anni vivo alle Canarie. Oggi condividerò con voi quella che è stata per me “una grande esperienza di vita”.

    Dopo aver parlato nel mio primo articolo (Leggo Tenerife – edizione di luglio 2017) dei prezzi degli affitti in continua crescita a Tenerife, prima di trattare nuovi argomenti, penso sia arrivato il momento di conoscerci meglio.

    Per questo ho deciso in questo articolo di condividere con voi una buona parte di quella che io definisco “una grande esperienza di vita”. Se solo mi soffermo un attimo e ripenso al 11 marzo del 2013 mi viene la pelle d’oca e potrebbe scendermi una lacrima. Fu il giorno in cui arrivai a Tenerife con il “famoso” biglietto di sola andata. 

    Quel giorno, appena sceso dall’aereo non sapevo nemmeno dove avrei dormito la prima notte. Sì, avete capito bene, non c’era il “classico” parente o amico ad aspettarmi, ma ero solo io con la mia valigia e una gran voglia di iniziare questa esperienza. Quel giorno la mia vita reiniziava da zero come se avessi toccato un pulsante immaginario “restart your life”.

    L’emozione era forte. Andai all’ufficio informazioni dell’aeroporto con uno spagnolo parlato e scritto pari a zero, ma fortunatamente con un inglese discreto e soprattutto un’ottima capacità “gesticolatoria” (chi non ha mai usato i gesti per comunicare in terra straniera alzi la mano!), ironia a parte, chiesi alla ragazza addetta al ricevimento un consiglio sulle zone dove poter cercar lavoro. In modo molto gentile, mi consigliò di tentare la “suerte” nel sud dell’isola, nelle conosciutissime Los Cristianos e Las Americas, dove mi indicò anche il nome di alcune pensioni economiche per passare le prime notti.

    Stanchissimo dal viaggio e con lo zainone pieno di vestiti, alla fine trovai una “pensioncina” dove poter passare le mie prime notti. La stanza era piccola, molto piccola, non c’era né una cucina, né una lavatrice e il bagno era in condivisione con gli altri ospiti.

    Iniziavo a rimpiangere le comodità di casa, la “pappa pronta della mamma”, i vestiti lavati e stirati, avere un bagno tutto per me ecc ecc, ma sapevo benissimo il motivo che mi aveva spinto a lasciare il mio paese, ovvero vivere un’esperienza lontano da casa e senza l’aiuto dei genitori.

    Il giorno dopo senza perdermi in chiacchiere iniziai a spargere curriculum ovunque proprio come un contadino che semina in primavera per avere un raccolto sufficiente per l’inverno, allo stesso modo anch’io sapevo che avrei dovuto preparare il mio raccolto.


    Finché dopo una settimana arrivò una chiamata inaspettata. Siam Park. L’azienda più mastodontica delle Canarie mi chiamò per un colloquio come socorrista (bagnino) in questo enorme parco acquatico.

    Dopo essermi presentato al colloquio (senza parlare una parola di spagnolo) scettico sul buon esito dello stesso, mi aspettavo di essere respinto, ma inaspettatamente mi chiamarono in ufficio per firmare il contratto. Dio aveva guardato giù! Essere un bagnino al Siam Park mi faceva sentire parte del set di Baywatch, dimentica il bagnino seduto sulla sedia nella piscina del campeggio; tutt’altro: prove fisiche di resistenza, più di 80 bagnini da ogni nazionalità, 7.000 clienti al giorno e la piscina con le onde artificiali più alte del mondo, pensa, persino su Discovery Channel parlavano di quella piscina incredibilmente enorme.

    Dopo 9 mesi da quel primo giorno di lavoro, ormai parlavo spagnolo, la timidezza dell’inizio era scomparsa e mi sembrava di vivere un sogno ad occhi aperti. Ma il bello doveva ancora venire. Una mattina venne il responsabile del parco e mi chiese: “vuoi lavorare con gli squali?”

    Non l’ho spiegato all’inizio, ma il Siam Park dispone anche di un acquario attrazione turistica dove al suo interno passa un acquascivolo. Gli abitanti di questo acquario non sono merluzzi ma 8 squali. Non so perché ma nonostante la paura accettai.

    Il mio lavoro consisteva nell’analizzare i vari livelli di acidità dell’acqua, preparare il cibo per gli squali e ovviamente, bombole, maschera e pulizia acquario a diretto contatto con questi predatori. Fu sicuramente l’esperienza più d’impatto della mia vita. Nuotare tutti i giorni con quelle creature così forti, che se avessero voluto mi avrebbero potuto disintegrare come carta pesta era per me una super prova di coraggio giornaliera.

    Questa è stata solo la prima parte della mia esperienza lavorativa a Tenerife, questi sono stati solo i miei primi due anni di quella che è stata per me “una grande esperienza di vita”.

    Grazie Tenerife.            

    di Fabio Mineo     

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