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    La discarica di Arico è una bomba ambientale

    Foto da http://eldigitalsur.com

    Il Complesso Ambientale di Arico è la discarica maggiore dell’isola di Tenerife, si afferma che l’80% dell’immondizia isolana venga portata qui e poi seppellita… creando una bomba ad orologeria, tra l’altro in alcuni punti della discarica si trovano moltissimi copertoni di auto e camion. Da qui si capisce che c’è assoluto bisogno di riciclaggio e un trattamento diverso e migliore dei residui per poter ridurre al massimo l’interramento dell’immondizia.

    Ogni giorno camion e trattori scaricano ed interrano centinaia di chili di rifiuti e stormi di gabbiani nidificano in zona per banchettare. Intanto per iniziare bisognerebbe aumentare l’attività delle altre 4 discariche presenti sull’isola: La Guancia, La Orotava, Arona e El Rosario. Il rischio è grosso soprattutto se i rifiuti non vengono trattati ma solo seppelliti, si formano dei gas e dei liquami (con la putrefazione delle immondizie) che potrebbero inquinare anche le falde sotterranee ed arrivare al mare. Per non parlare di materiali pericolosi che sono stati seppelliti anni fa, come mercurio ed amianto (che nell’isola è presente in notevole quantità). Proprio in questi giorni molte spiagge della costa sud-est sono state chiuse per contaminazione dell’acqua, sicuramente da Escherichia coli ma probabilmente non solo da questi batteri.

    La discarica di Arico ha iniziato la sua attività nel 1984 con il Plan Insular de Residuos Sólidos (PIRS) e pare che per almeno altri 30 anni non verrà chiusa per far riposare le immondizie, e pare che vogliano addirittura ingrandirla: la superficie che occupa attualmente è di 243 campi da calcio, più di 2,4 milioni di metri quadri. Si spera che non esproprieranno altri terreni del barrio più antico del municipio, il barrio di El Rio  che vanta 700 abitanti. I terreni privati all’intorno della discarica non hanno più nessun valore, anche regalandoli nessuno li vorrebbe, non ci si può coltivare nulla.

    Un’idea in atto di studio sarebbe di convertire tutte le fincas della zona che sono inumate in un vero e proprio poligono industriale dedicato al riciclaggio.   

    dalla Redazione

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