La tubercolosi, malattia quasi dimenticata, è tornata ad essere una patologia molto diffusa e più aggressiva che in precedenza a causa dell’incremento dei ceppi resistenti agli antibiotici.
La TBC o tubercolosi o tisi è una malattia infettiva che attacca generalmente i polmoni di individui dal sistema immunitario compromesso e provoca febbre, perdita di peso, tosse cronica con espettorato di sangue e lesioni polmonari più o meno evidenti.
Attualmente, stando ai dati della OMS, sarebbero circa 8 milioni le persone al mondo che annualmente contraggono la tubercolosi e 2 milioni quelle che muoiono a causa di questa patologia.
E quello che sembra un consiglio della nonna, ovvero utilizzare l’aceto per sconfiggere i batteri, si sta rivelando molto più che una diceria popolare.
Uno studio pubblicato sulla rivista mBio da un team di ricerca cui hanno partecipato l’istituto Venezuelano di Investigazione Scientifica IVIC, l’Albert Einstein College of Medicine di New York e l’università francese di Montpellier 2, evidenzia che il principio attivo dell’aceto, l’acido acetico, non solo può distruggere alcuni batteri ma soprattutto il Mycobacterium tubercolosis, responsabile della tubercolosi.
Il Mycobacterium fa parte della categoria dei mici-batteri, noti perché si trovano un po’ ovunque nell’ambiente che, alla luce del ritorno di molte malattie, deve sempre essere disinfettato e pulito.
In particolare gli ambienti ospedalieri, crocevia di molte etnie talvolta portatrici di malattie ritenute ormai dimenticate, devono essere sottoposti a procedimenti di igienizzazione frequenti e accurati, generalmente effettuati utilizzando la candeggina.
La candeggina risulta però estremamente tossica e corrosiva mentre gli altri prodotti disinfettanti, sebbene efficaci, presentano costi eccessivi; l’aceto, disinfettante naturale, atossico e molto economico, rappresenterebbe così la vera soluzione del futuro.
La scoperta delle sue proprietà è avvenuta del tutto casualmente durante lo studio dell’efficacia di un antibiotico sciolto in acido acetico, durante il quale si evidenziò che a distruggere i mico-batteri non fu il farmaco, bensì il comune acido acetico.
Il team di ricercatori dell’Einstein College of Medicine di New York scoprirono in seguito che l’esposizione per 30 minuti a una soluzione a base di acido acetico al 6%, riduce il numero dei Mycobacterium tubercolosis da 100 milioni a livelli infinitesimali.
L’acido acetico in concentrazioni leggermente più concentrate di quello che si trova nell’aceto che si può acquistare al supermercato, non solo è efficace contro i batteri della tubercolosi, ma anche contro mico-batteri diversi, particolarmente aggressivi e soprattutto molto resistenti ai farmaci.
Se si riuscisse a dimostrare che l’acido acetico può essere impiegato anche per sterilizzare le attrezzature mediche, l’impatto economico che ne risulterebbe sarebbe rilevante.
Del resto, come sottolineano i curatori della ricerca, già agli inizi del XX secolo si cominciò a studiare le capacità antisettiche degli acidi organici e ora, grazie a tecniche più raffinate, non rimane che proseguire quella strada.
di Magda Altman