Nella storia religiosa di Tenerife spiccano 4 personaggi definiti mistici per le loro peculiari vite, al confine tra leggenda e santità, che hanno prodotto biografie preziose, costruite da testimonianze dell’epoca, dichiarazioni di religiosi e di personaggi influenti e da aneddoti che profumano di sovrannaturale.
I personaggi sono uomini e donne caratterizzati da uno stile di vita dedito alla preghiera e al servizio della comunità ma soprattutto da poteri misteriosi quali il dono della profezia, l’evocazione della protezione divina, la lettura delle anime e l’incorruttibilità del corpo terreno.
María Justa de Jesús è uno di questi personaggi, monaca dell’ordine della clarisse a La Orotava nata nel 1667.
Al centro di un forte misticismo ma anche di intrighi monastici generati dalla rivalità tra ordini religiosi, María Justa de Jesús ebbe a che fare con l’inquisizione che la accusò di stregoneria per le virtù che sembrava possedere, quali ridare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la parola ai muti, guarire ogni sorta di malattie, scacciare i demoni e perfino resuscitare i morti.
Morta all’età di 30 anni, la sua figura rimase per molto tempo un punto di riferimento nella comunità religiosa come santa da invocare per salvare le anime dal Purgatorio e per lenire dolori, facoltà, quest’ultima, che ne provocò il decesso.
Pare che nei riti di guarigione María si accollasse delle malattie dei fedeli liberandoli, fino al punto da ricoprirsi di piaghe e consumarsi di febbre, tanto da venire soprannominata la sciamana.
Anche dopo la sua morte le testimonianze dei molti confermano i segni inequivocabili della santità, come l’incredibile flessibilità delle sue spoglie, la fluidità del sangue e le piacevoli fragranze emanate.
Suor Maria di San Antonino è il secondo dei personaggi mistici di Tenerife e la sua vita è stata descritta nel manoscritto “Vida de la Sierva de Dios Sor María de San Antonio Lorenzo y Fuentes” dal sacerdote di Garachico Francisco Martínez Puentes.
Nata il 5 agosto del 1665, Suor Maria ha vissuto un’esistenza religiosa nel convento Nuestra Señora de las Nieves di Puerto de la Cruz, scomparso tra le fiamme nel 1925 e portando per sempre con sé molti preziosi reperti di quello che era stato una magnifica struttura.
Dopo la sua morte, avvenuta il 10 maggio del 1741, il corpo di Suor Maria è rimasto intatto e completamente privo di sangue, segnali che hanno fatto gridare al miracolo.
L’aneddoto più misterioso riguarda un incidente occorso ad un operaio che stava lavorando sul tetto del convento; improvvisamente l’uomo precipitò nel vuoto ma, rivolgendosi a Suor Maria presente alla scena, arrivò a terra fluttuando come una piuma.
Il terzo dei personaggi in odor di santità è frate Juan de Jesús, conosciuto anche come il frate volante.
Nato nel dicembre del 1615 a Icod, imparò il mestiere del bottaio nel porto di Garachico per poi volgere alla vocazione religiosa a Puerto, diventando frate francescano e trasferendosi per 40 anni a La Laguna, dove morì nel 1696.
Il suo corpo, che riposa nella chieda di San Diego del Monte, è stato oggetto di pellegrinaggio per decenni, fino a quando la sua figura non venne oscurata dalla leggendaria Sor Marìa de Jesús.
Dedito a penitenze pubbliche durante le quali cadeva in estasi mistica, in sua presenza una statua religiosa di Garachico sudava sangue e le piante fiorivano improvvisamente ma ciò che di lui fece una leggenda fu quando nel 1647 al Peñón del Fraile, a Puerto, si librò in volo.
I testimoni dell’epoca giurarono di averlo visto volare nel cielo per più di 1 km, seguito dalla folla a terra.
Il quarto dei personaggi mistici è di nuovo una donna, Sor Marìa de Jesús, chiamata “la siervita”, una delle figure che suscitò più devozione e che ogni 15 febbraio dell’anno viene ricordata con pellegrinaggi a La Laguna, nel convento di Santa Catalina dove il suo corpo, ancora incorrotto dal 1731, giace.
La siervita, per la quale è in corso un processo di beatificazione, si è resa protagonista di fatti unici come veggenza, levitazione del corpo, emissione di bioluminescenza, riscatto di vite in pericolo ma soprattutto il suo particolare rapporto con Gesù, con il quale parlava attraverso una scultura della parrocchia del suo quartiere.