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    Nuova specie di ragno violino alle Canarie

    Una nuova specie di ragno violino, il Loxosceles, scoperta nell’arcipelago delle Canarie.

    Il Loxosceles rufescens è un ragno originario dell’area mediterranea e introdotto probabilmente nell’arcipelago dall’uomo; la specie americana provoca numerose vittime ogni anno negli Stati Uniti a causa del suo veleno che causa ulcere necrotizzanti.

    Di dimensioni da 6,4 a 19,1 millimetri, le marcature che il ragno possiede sulla parte dorsale del torace ricordano la sagoma di un violino, da cui l’appellativo con cui è maggiormente conosciuto.

    Le vittime vengono morse accidentalmente di notte camminando a piedi scalzi o indossando vestiti dove l’aracnide si nasconde; il ragno violino, generalmente non aggressivo, costruisce infatti le sue ragnatele in luoghi umidi e scuri come armadi, cataste di legna, cantine e garage.

    Di norma innocuo, talvolta il suo morso può causare necrosi che distruggono i tessuti molli, la cui guarigione richiede mesi e si risolve con cicatrici profonde ma esistono casi in cui il tessuto danneggiato può provocare cancrena e richiede quindi la sua amputazione.

    Il ragno violino quando morde non causa dolore ma in poco tempo la ferita che provoca può crescere fino a 25 cm, la cui evoluzione può portare, soprattutto nei casi di bambini molto piccoli, anche alla morte.

    Esistono più di 107 specie di Loxosceles distribuite in tutto il mondo, soprattutto in Africa e in America, ma recentemente un team di esperti e ricercatori di biodiversità della UB (Universidad de Barcelona) ha descritto una nuova linea di ragno Loxosceles nell’arcipelago delle Canarie, dove già ne esisteva una specie.

    La nuova linea, come dicono gli esperti, mostra un alto grado di diversificazione e amplia il catalogo delle biodiversità di artropodi presenti sulle isole, ad eccezione di La Palma.


    A differenza del Loxosceles più diffuso, il rufescens che predilige ambienti urbani, il nuovo ragno violino risulterebbe endemico, con differenze morfologiche negli organi riproduttivi, genetiche ed ecologiche.

    La sua diffusione sulle isole, secondo gli scienziati, potrebbe essere avvenuta naturalmente; analizzando i modelli di distribuzione del Loxosceles in tutto l’arcipelago con l’applicazione di tecniche di filogenesi molecolare, è stato possibile determinare la storia evolutiva del ragno violino nelle isole Canarie, includendo anche la penisola iberica, la Guinea, il Marocco e la Namibia.

    Il modello classico della diffusione attraverso dei “corridoi” tra le isole oceaniche, suggerisce che la distribuzione delle popolazioni endemiche nelle Canarie avvenne più di 10 milioni di anni fa e che il lignaggio endemico si spostò dal continente alle isole più antiche come Fuerteventura e Lanzarote e, successivamente, nelle isole più recenti.

    I risultati dello studio coincidono con la teoria della biogeografia insulare, vale a dire nelle isole di età media come Tenerife e Gran Canaria si incontra la maggior diversità biologica.

    Il fenomeno del vulcanismo avrebbe avuto un ruolo chiave nella diversificazione delle specie; ma benché secondo alcune ipotesi la maggior parte delle specie di Gran Canaria sparì dopo l’eruzione del Roque Nublo, gli studiosi della UB sono convinti che nella realtà il fenomeno geologico del vulcano probabilmente favorì la separazione delle due linee locali di ragno Loxosceles sull’isola.

    Le isole oceaniche sono laboratori naturali per conoscere la dinamica dei processi evolutivi circa la colonizzazione e la diversificazione delle specie e i ragni in particolare modo sono modelli eccellenti per gli studi di biogeografia e speciazione negli arcipelaghi oceanici di tutto il mondo.

    L’importanza degli studi effettuati alle Canarie dai ricercatori risiede nella possibilità di applicare i risultati ad altri sistemi ecologici, contribuendo a migliorare le conoscenze scientifiche sugli ecosistemi naturali e fornire nuove prospettive per risolvere i grandi enigmi legati alla biologia della conservazione e all’impatto delle specie esotiche su quelle locali.

    di Franco Leonardi

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