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    Vicenda Cueva del Bencomo, spuntano i proprietari – seconda parte

    di Stefano Ferrilli

    In diverse occasioni la famiglia degli eredi del sito della Cueva del Bencomo ha chiesto di considerare il luogo, valorizzandolo e rendendogli la giusta visibilità.

    Tutto quello che è stato fatto dall’Amministrazione è stato di mettere un manifesto che pubblicizzava il sito archeologico, nel quale si alludeva al fatto che era stata la dimora del mencey Bencomo e dove si avvertiva che le leggi spagnole puniscono i danni intenzionali al patrimonio storico, con pene che vanno da 6 mesi a 6 anni di reclusione.

    L’esposizione del manifesto durò due settimane, poi sparì probabilmente stracciato e buttato da ignoti.

    La famiglia ora lamenta che entrambi i comuni che si contendono il sito avrebbero espresso che il problema della riqualificazione della Cueva non li riguardava,ma ora che il progetto risulta interessante si è aperta la competizione.

    L’ultima licenza per costruire nella finca fu assegnata dall’Ayuntamiento di La Orotava, ma le tasse corrispondenti vennero pagate a quello di Santa Ursula, accrescendo così la confusione riguardo la pertinenza del sito.

    Nel precedente mandato, il sindaco di Santa Ursula chiamò gli eredi per un problema di frane, poi risolto ma questo fu l’ultimo contatto che la famiglia ottenne con l’amministrazione pubblica fino a quello dei mesi scorsi, con l’attuale sindaco Juan Acosta, durante il quale si manifestò l’interesse da parte dell’Ayuntamiento di acquistare il terreno dove sarebbe situata la Cueva del Bencomo.

    Secondo i proprietari per riuscire a realizzare un progetto che metta in evidenza non solo la Cueva ma anche il belvedere che la circonda, sarebbe opportuno acquistare tutto il terreno e non solo una porzione, al fine di poter realizzare anche un adeguato parcheggio per i turisti in visita.


    A questo proposito la famiglia fece al sindaco un’offerta per l’intera proprietà dove avrebbe potuto essere dislocato anche il centro di interpretariato e un’area adibita a parcheggio, suggerendo di includere anche il famoso mirador de Humboldt, al centro di un processo giudiziario per il fallimento dei legittimi proprietari che nel frattempo hanno subaffittato alla Restocan i locali del ristorante e del bar che godono della spettacolare vista.

    Al contrario il progetto di Ramón Cebrian è quello di evitare un intervento di sviluppo così complesso e articolato, cercando se mai di mantenere il più naturale possibile la zona di Tamaide.

    Durante tutto questo tempo l’Ayuntamiento di La Orotava non reclamò mai la Cueva, né tantomeno si preoccuperò del suo degrado, nonostante gli intenti espressi nel Plan General del 2003.

    Quello che emerge da tutta la vicenda, alla fine, è che i due comuni e il Cabildo avevano e hanno tutt’ora le prove che l’area è privata ma che non esiste alcun interesse nell’acquistarla come entità pubblica.

    I 22 eredi sono ancora in attesa che qualcuno comunichi loro qualcosa e se anche l’accordo potrà finalmente essere onorato, non obietteranno sulla eventuale vendita.

    Al contrario chiedono semplicemente che al luogo appartenuto ai loro antenati venga dato il risalto che merita.

    Ma la situazione attuale, appesantita dal processo giudiziario per quanto riguarda il Mirador de Humboldt, appare come un gigantesco puzzle le cui tessere sono ancora mescolate.

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