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    Pericolo estinzione nell’Arcipelago Canario

    di Franco Leonardi

    Semaforo rosso nell’Arcipelago Canario per la lucertola gigante endemica e lo squalo angelo, gravemente minacciati e a rischio di estinzione.

    Le specie endemiche di lucertole giganti che vivono a La Gomera e a El Hierro insieme allo squalo angelo che ha trovato il suo habitat naturale nelle acque di Tenerife, rischiano di scomparire per sempre dalla faccia della Terra.

    I motivi, secondo i biologi che stanno studiando attentamente le dinamiche del fenomeno, sarebbero riconducibili sempre e solo ad un unico essere invasivo: l’uomo.

    In particolare per quanto riguarda le lucertole giganti, il proliferare di gatti e topi che se ne cibano (e prima dell’arrivo dell’uomo totalmente assenti sulle isole) ha provocato una riduzione drastica della specie, mentre l’aumentata pesca commerciale ha gravemente minacciato l’habitat e le riserve di cibo dello squalo angelo, riducendone significativamente la popolazione.

    Benché similari tra loro, i rettili endemici dell’arcipelago presentano caratteristiche e distribuzione diverse.

    La lucertola gigante di El Hierro (Gallotia simonyi) ha una dimensione massima di 60 cm, è caratteristica di terreni aridi e rocciosi e si nutre di piante e insetti.

    Il Cabildo di El Hierro ha attuato un programma di recupero per evitarne l’estinzione, riuscendo a los Roques de Salmor a realizzare una piccola riserva dove la lucertola gigante riesce a sopravvivere e dove soprattutto gatti e topi non riescono ad arrivare.


    A La Gomera si trova invece la Gallotia bravoana che vive unicamente a el Risco de la Mérica, a 600 metri di altitudine.

    Un tempo molto più grande di adesso, dopo l’arrivo dell’uomo la lucertola non solo ha ridotto le sue dimensioni a 20/50 cm ma anche e soprattutto la sua popolazione.

    Analogamente al Cabildo di El Hierro, anche La Gomera sta attuando piani di recupero della lucertola per salvaguardarla dall’estinzione.

    Ma, come ben segnalano i biologi, tutti i piani di recupero pur meritevoli per impegno e tenacia, presentano un comune inconveniente ovvero si concentrano sulla riproduzione degli esemplari in cattività senza un contestuale recupero del loro habitat, in assenza del quale la reintroduzione in libertà potrebbe risultare molto difficoltosa e non farebbe uscire le lucertole giganti dalla situazione critica in cui ora versano.

    Quanto allo squalo angelo (Squatina squatina), esso vive nei fondali sabbiosi a meno di 150 metri di profondità; raggiunge al massimo i 2,4 metri di lunghezza, si nutre di pesci, razze, crostacei e molluschi e non è particolarmente aggressivo verso l’essere umano, che può comunque mordere se lo avvicina troppo.

    Un tempo lo squalo angelo veniva pescato ed essiccato per produrre farina di pesce ma dal 2010 un regolamento della Comunità Europea ne vieta la pesca per frenarne l’estinzione.

    Il consiglio dello IUCN è quello di valorizzare ove presenti e creare ove assenti, le aree naturali per la reintroduzione e la riproduzione delle specie a rischio estinzione e di sensibilizzare la popolazione con accurati strumenti educativi che abbiano per obiettivo quello di portare a conoscenza specie endemiche di cui spesso si ignora addirittura l’esistenza.

    La sfida è ambiziosa, recuperare ciò che l’uomo ha parzialmente distrutto è difficile, ma non impossibile,

    Del resto l’uomo, come diretto responsabile, ne ha per lo meno il dovere.

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