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    Salviamo la cavalletta dell’Isla Bonita?

    La Cavalletta rematrice o Cigarron palo palmero, è una specie endemica dell’isola che abita a La Palma “molto prima” dell’uomo.

    Il Gruppo di Ricerca Entomologica di Tenerife (GIET), dopo la critica avanzata sulla cavalletta dal Remo (Acrostira euphorbiae) dal deputato Antonio Castro Cordobez, che ha affermato che né i pastori né i contadini più anziani l’avevano vista nella zona, sostengono invece che “gli studi genetici dimostrano che si trova a Tamanca da molto prima dell’insediamento umano dell’isola”.

    Specificano che i pastori consultati da Castro Cordobez, “certamente non l’hanno mai visto e probabilmente non lo vedranno, perché è per lo più notturno, non salta e non vola e si mimetizza nello spessore delle tabaibas.

    L’ipotesi che possa essere stata introdotta a La Palma è errata e persino ridicola, e ancor più che sia stata fatta con intenzioni contrarie allo sviluppo.

    In questo senso, va ricordato che la sua presenza nell’Area Protetta di Tamanca è uno dei fattori che possono finire per bloccare lo sviluppo dell’area turistica di Aridane Golf, pianificata da diversi decenni.

    Dal GIET si sottolinea che il “Cigarrón palo palmero”, come è anche conosciuta questa specie “endemica di La Palma”, ha “una distribuzione molto limitata nel sud-ovest dell’isola, essendo il Paesaggio Protetto di Tamanca dove si trova la maggior parte delle sue popolazioni”.

    Paradossalmente, nonostante la sua distribuzione coincida “in gran parte con le aree naturali protette, questa specie si trova ad affrontare gravi minacce alla sua sopravvivenza, come gli incendi, la pressione del bestiame, il disboscamento illegale della sua principale pianta nutritiva e la pressione urbana per la costruzione di campi da golf, alberghi e strade”.

    Questo gruppo di biologi sottolinea che, grazie al “riconoscimento della loro delicata situazione da parte di diverse organizzazioni scientifiche, conservazioniste e politiche competenti, sono stati sviluppati e finanziati fino a cinque progetti di ricerca per garantire la sopravvivenza e il recupero delle loro popolazioni.


    Una è stata realizzata dal Governo delle Canarie (2001), due dal Consiglio dell’isola di La Palma (2002 e 2003), un’altra dalla Fondazione Bin Zayed (2015-2017) e dalla Fondazione CajaCanarias (2016).

    ”Queste ultime due sono state realizzate nell’Area Naturale Protetta di Tamanca, e non a El Remo (dove è stata scoperta per la prima volta), il cui grado di degrado attuale è ancora maggiore e dove l’Acrostira euphorbiae è in netta regressione”.

    Entrambi gli studi hanno ricevuto il sostegno sia del Governo delle Canarie che del Cabildo di La Palma e della Reale Società Cosmologica dell’isola, sempre con i relativi permessi.

    Questa specie è considerata in pericolo di estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, e in pericolo nei cataloghi spagnoli e canari delle specie minacciate. Ricordano che quest’ultimo catalogo “è stato approvato dal Parlamento delle Canarie con voti favorevoli al partito di cui fa parte Antonio Castro”.

    Sottolineano che è anche incluso nel Libro Rosso degli Invertebrati Minacciati di Spagna, pubblicato nel 2011 dal Ministero dell’Ambiente, degli Affari Rurali e Marini.

    Franco Leonardi

     

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