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    San Miguel de Abona, itinerario tra casolari e incisioni rupestri e La fonte di Tamaide

    Foto da islandmomma.wordpress.com

    San Miguel de Abona, con il suo incantevole centro storico e il suo retaggio guanche, è una destinazione che invita a percorrere i suoi antichi sentieri acciottolati. 

    Questo comune, uno dei centri commerciali più importanti del sud di Tenerife dopo la conquista, conserva un ricco patrimonio culturale ed etnografico. 

    I suoi sentieri, un tempo percorsi da commercianti e pastori, conservano l’essenza di un passato prospero, visibile nelle tradizionali costruzioni in pietra e nelle tracce dei suoi primi abitanti. 

    Per immergersi nella sua storia, non c’è niente di meglio di un itinerario a piedi dal cuore del paese, attraverso un paesaggio costellato di vestigia che raccontano la sua evoluzione nel corso dei secoli.

    Uno dei modi migliori per conoscere questo patrimonio è attraverso il sentiero che collega San Miguel de Abona con Aldea Blanca (SL-TF 231). 

    Foto da islandmomma.wordpress.com

    Questo percorso di 7,5 km ci porta lungo antichi sentieri dove si possono ancora vedere forni per le tegole, fontane di acqua naturale e incisioni rupestri che hanno resistito al passare del tempo. 

    Senza grandi difficoltà, il percorso si completa in poco più di quattro ore, offrendo ad ogni passo una finestra sul passato dell’isola. 

    Una passeggiata perfetta per gli amanti della storia e della natura che desiderano scoprire l’essenza di Tenerife al di là delle sue spiagge e dei suoi paesaggi vulcanici.


    Chiunque raggiunga il cuore di San Miguel de Abona rimane piacevolmente sorpreso. 

    Rappresenta il sud più sconosciuto di Tenerife, quello che conserva uno dei centri storici meglio preservati dell’isola. 

    Dichiarato Bene di Interesse Culturale, il Complesso Storico di San Miguel de Abona risponde al modello caratteristico di tracciato lineare che corrisponde all’antica strada reale che attraversava la zona centrale della regione di Abona e collegava Granadilla e San Miguel con la Valle San Lorenzo.

    Passeggiando per le sue strade è facile trasportarsi a La Palma e persino a Cuba, non a caso la cattedrale dell’Avana è stata realizzata con la pietra di questa zona di Tenerife. 

    Foto da islandmomma.wordpress.com

    Sebbene le origini del nucleo urbano siano incerte, molte delle case del centro storico risalgono al XVIII e XIX secolo e appartenevano a proprietari terrieri della regione, il cui potere economico derivava dalle fortune accumulate in America e dai loro investimenti nell’acquisto di terreni nella loro città natale, nonché dall’appropriazione e dalla gestione delle terre del feudo di Chasna e del signoraggio di Adeje.

    Tra gli edifici antichi del centro storico spicca la Casa Museo de El Capitán, situata molto vicino all’inizio del sentiero locale che porta da San Miguel de Abona al borgo di Aldea Blanca. 

    Si tratta di un’antica casa con oltre 200 anni di storia che vanta eleganti muri in pietra e balconi in legno di pino canario.

    Vale la pena entrare nel museo (ingresso gratuito) e passeggiare per le sue sale prima di iniziare la passeggiata. 

    Il museo ospita diverse sale dedicate a diversi temi etnografici legati alla vita nella regione. 

    Un buon modo per familiarizzare con il luogo, la sua storia e le sue tradizioni prima di iniziare la passeggiata.
    Ci dirigiamo verso la calle La Cruz, dove l’asfalto finisce e lascia il posto al selciato originale di questo sentiero segnalato come SL (Sendero Local) contrassegnato da una striscia bianca su una striscia verde. 

    Il cosiddetto Camino Real del Sur risale al XVI secolo ed era un sentiero costruito per collegare la capitale dell’epoca con i principali villaggi del sud dell’isola, rendendo possibile il passaggio di persone, animali e il trasporto di merci.

    Poco dopo aver iniziato a camminare, osserviamo una zona di estrazione della pietra. 

    Un’enorme cava di tufo da cui si ricavavano ciottoli bianchi, canali di scolo, grandi blocchi o la pietra necessaria per costruire muri a terrazze e sentieri. 

    Da questo punto partivano gli animali carichi verso i casolari più vicini per costruire le loro mura. 

    Scendiamo verso il barranco di El Lomo, tra tabaibas amare (Euphorbia lamarckii), cardoni (Euphorbia canariensis) e cactus (Opuntia dilleni) fino a raggiungere un bivio dove proseguiamo a sinistra, in direzione Tamaide. 

    Decenni fa, da questo stesso punto si doveva sentire il rumore dell’acqua che cadeva all’interno della fonte che raggiungeremo tra poco.

    Il primo approccio a Tamaide avviene attraverso la cosiddetta Fonte di Tamaide, uno dei luoghi più ricchi di storia di questo sentiero. 

    Infatti, dalla cima filtra l’acqua proveniente dalla pioggia e dalle nevicate invernali. 

    Come se fosse una spugna, il terreno dell’isola la assorbe e la immagazzina al suo interno per poi farla sgorgare in sorgenti come questa. 

    Per questo motivo il luogo era frequentato dagli abitanti della zona.

    La fonte di Tamaide ha due vasche originali che venivano utilizzate per lavare i panni, rendendo questo luogo molto frequentato da lavandaie e acquaioli. 

    Anche i pastori venivano qui con il bestiame, come dimostrano alcune grotte naturali nei dintorni, che venivano utilizzate come recinti per le capre.

    Dalla fonte continuiamo in leggera salita fino a raggiungere la strada. 

    Deviamo brevemente a destra per avvicinarci a un gruppo di case abbandonate che corrispondono all’antico Caserío de Tamaide. 

    Le sue spesse mura di pietra resistono al passare del tempo mostrando le ferite dell’abbandono.

    Bina Bianchini

     

     

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