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    Inquinamento di Playa Jardin (parte 2)

    Playa Jardin
    Foto di Cristiano Collina

    Uno degli effetti potenzialmente più promettenti del dibattito che si è avviato a seguito della lunghissima chiusura di Playa Jardin, è l’approfondimento e lo studio di una serie di alternative innovative per gestire le acque reflue a Tenerife, tra cui, in estrema sintesi.

    Acqua rigenerata: l’acqua di irrigazione dell’isola potrebbe essere per lo più rigenerata, grazie a un investimento statale di 170 milioni di euro per opere di risanamento e trattamento. 

    L’obiettivo è ripristinare l’acqua del territorio e riutilizzarla, evitando di scaricarla in mare in cattive condizioni.

    Desalinizzazione con estrazione di minerali: la desalinizzazione è una soluzione per garantire acqua potabile. L’estrazione di minerali dalla salamoia, un sottoprodotto del processo di desalinizzazione, potrebbe fornire una fonte locale e sostenibile di minerali essenziali come calcio e magnesio, riducendo la dipendenza dalle importazioni e promuovendo un’economia circolare.

    Soluzioni decentrate e infrastrutture verdi: trattando le acque reflue direttamente dove vengono prodotte, riducendo la necessità di lunghe condutture e grandi impianti di trattamento centralizzati, offrendo un approccio più flessibile e adattabile.

    Innovazioni nel trattamento delle acque reflue industriali: trasformare gli scarti industriali in risorse preziose, passando dallo smaltimento al recupero e riutilizzo.

    Inoltre, sono allo studio diversi progetti per eliminare gli scarichi di acque reflue direttamente in mare, con investimenti significativi per migliorare il sistema di depurazione.

    Le tecnologie innovative che stanno emergendo per affrontare l’inquinamento delle acque reflue, sia a livello industriale che municipale, che mi limito per brevità ad elencare, includono: elettrocoagulazione; bioreattori a membrana; processi di ossidazione avanzata; sistemi di riciclaggio delle acque grigie; filtrazione a carbone attivo; tecnologie di nanofiltrazione; sistemi bioelettrochimici; membrane avanzate; soluzioni biologiche (es. utilizzo di piante acquatiche specifiche); eXeno (soluzione per la rimozione biologica dei residui di farmaci nelle acque reflue).


    Queste tecnologie rappresentano un approccio più efficiente, rapido ed ecologico al trattamento delle acque reflue, consentendo di affrontare una vasta gamma di contaminanti e di trasformare i rifiuti in risorse preziose, con l’obiettivo di ridare all’acqua dell’oceano i colori ed i profumi che le sono propri.

    A tal proposito sarebbe stato di stimolo approfondire, descrivendo più nel dettaglio i sistemi che ho qui semplicemente elencato; ma purtroppo, lasciando da parte le suggestioni molto teoriche ed ideali del dibattito e tornando alla realtà, dobbiamo constatare che la soluzione prescelta per fare fronte all’inquinamento di Playa Jardin è molto banalmente quella di aggiustare il tubo di scarico a mare danneggiato, ampliando al contempo il depuratore della Orotava.

    Ne consegue che purtroppo anche per l’imminente stagione estiva i piedi dovranno limitarsi a rimanere sulla sabbia, perché per poter tornare in acqua si dovrà attendere l’entrata a regime del depuratore potenziato.

    Una notizia oltremodo triste questa, che possiamo digerire solo con la prospettiva di un oceano sempre più pulito e rispettato.

    L’altro aspetto un po’ deludente deriva dalla constatazione che le due iniziative di cui sopra si sarebbero potute assumere tempestivamente, senza dover attendere più di un anno per il loro avvio.

    di Luca Bertagnon

     

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