
Nel suo piccolo territorio, La Gomera nasconde una varietà di paesaggi sorprendenti.
Ci sono i millenari boschi di laurisilva, quegli imponenti faraglioni che si stagliano all’orizzonte o profonde gole che sembrano invalicabili e in cui si sente ancora quella lingua unica che è il silbo.
Ma bisogna addentrarsi nel mare per ammirare uno dei paesaggi più mozzafiato dell’isola.
Un capriccio geologico in riva al mare
Enormi pilastri basaltici di forma esagonale emergono dal mare e danno forma a un paesaggio da cartolina, strano e inquietante.
Si tratta di un fenomeno geologico raro che ha una ragionevole somiglianza con la Calzada de los Gigantes in Irlanda del Nord.
Ma oltre a condividere l’origine vulcanica, Los Órganos presenta caratteristiche proprie che li rendono unici.
Il nome suggerisce già cosa troveranno gli occhi di coloro che navigano nel nord-ovest di quest’isola delle Canarie.
Si tratta di un magnifico insieme di colonne di pietra che si innalzano in una formazione perfetta verso il cielo, proprio come fanno i tubi di quegli organi che si vedono e si sentono nelle chiese e nelle cattedrali.
Ma le loro dimensioni sono molto più grandi, quasi enormi, perché queste colonne sono allineate lungo una parete larga 200 metri e si innalzano per oltre 80 metri sopra le acque dell’Atlantico.
Sono queste acque che si trasformano nelle mani che fanno suonare Los Órganos.
Nei giorni di mare calmo, le onde accarezzano appena la superficie dei tubi e interpretano melodie dolci, quasi ipnotiche.
Ma quando soffiano i venti alisei, l’oceano si infuria e si infrange con forza contro di loro, creando composizioni musicali furibonde, persino assordanti.
Un’immagine e una musica che possono essere apprezzate solo dal mare, poiché Los Órganos de La Gomera è un luogo tanto bello e misterioso quanto inaccessibile.
Da terra è possibile avvicinarsi a loro; tuttavia, l’unica cosa che si può vedere è l’immenso scoglio che ospita uno degli angoli più singolari delle Isole Canarie.
La natura è in grado di plasmare opere spettacolari, ma anche quelle che sembrano incompiute possono essere magnifiche. È, in qualche modo, ciò che è accaduto a Los Órganos.
Le colonne che lo compongono sono in realtà magma di un’eruzione vulcanica.
Un magma particolarmente denso che non è riuscito a raggiungere la superficie e che, raffreddandosi, si è contratto fino a rompersi in quei singolari tubi di forma esagonale e spessi un metro.
Quel materiale che era destinato a uscire in superficie alla fine lo fece.
Ma in un altro modo. Per migliaia di anni, l’erosione causata dal vento, dalla pioggia e dal mare ha liberato quelle colonne dal loro confinamento.
Le ha lasciate in vista, in alcuni casi le ha spezzate o modellate e ha creato quel capolavoro che è il Monumento Naturale di Los Órganos de La Gomera.
Quell’immagine oscura e fredda di Los Órganos può far pensare che questo sia un luogo senza vita.
Niente di più lontano dalla realtà, perché sia la superficie terrestre che occupa il monumento naturale che le sue acque nascondono un’enorme biodiversità.
Infatti, questa è una Zona di Protezione Speciale per gli Uccelli e anche una riserva marina.
Qui vivono specie come la sterna comune, la rondine di mare o il falco pescatore.
E, se parliamo di specie acquatiche, innumerevoli invertebrati e pesci come la pesce tamburo, emblematico delle Canarie.
Ma in questo piccolo viaggio via mare, indispensabile per ammirare Los Órganos in tutto il suo splendore, è possibile anche ammirare delfini e balene in libertà.
Infatti, nella fascia marina tra le coste di La Gomera e Tenerife si trova l’unico Sito Patrimonio delle Balene d’Europa, un corridoio marino dove è frequente osservare balenottere, capodogli o zifii.
Gli Órganos si nascondono tra imponenti scogliere che si tuffano nel mare nel punto più settentrionale di La Gomera, nel comune di Vallehermoso.
Tuttavia, le imbarcazioni di solito partono da Valle Gran Rey o da Playa de Santiago.
In questo modo è possibile immergersi completamente nella bellezza più selvaggia dell’isola, quella della sua costa occidentale.
Lungo il percorso non si possono solo osservare scogliere scoscese, ma anche villaggi che si sono stabiliti sfidando una topografia capricciosa e che spiccano come un faro in paesaggi mozzafiato.
Ecco Taguluche, le cui case bianche si affacciano sul mare dal fondo di un barranco.
Più a nord si scorge Tazo, circondato da un magnifico palmeto da cui si estrae il guarapo, base per la produzione del miele di palma che gli ha dato fama.
E vicino a Los Órganos, già nel territorio di Vallehermoso, si può vedere uno dei villaggi più remoti dell’isola: Arguamul.
Sebbene Los Órganos sia il grande tesoro di Vallehermoso, sulla terraferma è possibile godere di angoli davvero eccezionali.
Infatti, non solo è il comune più esteso di La Gomera, ma occupa anche la sua parte più antica, un luogo di grande interesse geologico con più di 20 milioni di anni.
E si può percorrere attraverso l’infinità di sentieri che lo attraversano.
La maggior parte sono di media o alta difficoltà, quindi è importante avere una certa forma fisica e portare un’attrezzatura adeguata.
Marta Simile