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    Una lettera criptata rivela un complotto dell’aristocrazia di La Laguna per mantenere il potere

    Foto di Cristiano Collina

    La missiva è stata trovata per caso durante la descrizione dei documenti del Fondo Conde de Siete Fuentes, un archivio familiare di oltre 26.000 documenti contenenti la documentazione generata e conservata da varie famiglie della nobiltà di Tenerife dal XVI al XX secolo.

    Specialisti di crittologia e storici dell’Università di La Laguna (ULL) hanno decifrato una lettera criptata del XIX secolo che rivela un complotto politico dell’antica aristocrazia di La Laguna (Tenerife) per rimanere al potere a tutti i costi, nel bel mezzo della disputa per la capitale della neonata provincia delle Isole Canarie.

    La ricerca, pubblicata sulla rivista Cryptologia, è stata condotta da Jezabel Molina, Cándido Caballero, Judit Gutiérrez de Armas e Moti Yung.

    Judit Gutiérrez de Armas, assistente alla cattedra di Storia moderna presso l’Università di La Laguna, sottolinea in un’intervista che l’uso di questo tipo di lettere cifrate era una pratica comune tra i diplomatici e i funzionari delle monarchie dell’epoca, sebbene se ne siano conservate poche.

    “Nelle Isole Canarie non è usuale trovare queste lettere negli archivi istituzionali, ma piuttosto negli archivi familiari e personali dei politici e dei diplomatici stessi”, ha spiegato Gutiérrez de Armas.

    In particolare, la lettera è stata trovata in un fascicolo di corrispondenza ricevuto dal sesto conte di Valle de Salazar, Cristóbal Salazar y Porlier (1789-1866).

    Questa lettera in “codice” politico manca di una data cronologica, ma gli eventi in essa raccontati e il riferimento alla nomina di Mariano Ricafort Palacín a Comandante Generale delle Isole Canarie (avvenuta il 30 novembre 1840) ci permettono di datarla al 21 dicembre di quell’anno.

    A quel tempo, la situazione in Spagna era convulsa dopo la fine della Prima guerra carlista (1833-1840), e sulle isole la discussione politica ruotava anche intorno alla capitale della neonata provincia delle Canarie.


    Foto di Cristiano Collina

    In precedenza, ognuna delle sette isole aveva un proprio comune direttamente collegato al governo centrale, per cui in questa riconfigurazione del potere alcune delle élite insulari avrebbero perso potere a favore di quelle dell’isola che ospitava la capitale unificata.

    Dal 1833, tale capitale era Santa Cruz de Tenerife e, insoddisfatta di questa decisione, nel 1840 la borghesia dell’isola di Gran Canaria non aspirava più alla capitale della provincia, ma proponeva la creazione di una provincia separata costituita dalle isole orientali con capitale a Las Palmas di Gran Canaria.

    Così, quando in ottobre giunse nelle isole la notizia della creazione di giunte in diverse province peninsulari, l’opposizione progressista si mobilitò.

    La prima isola a farlo fu Gran Canaria, dove il 23 ottobre 1840 fu creata una giunta sovrana provvisoria, dipendente da Madrid, con l’obiettivo di difendere la Costituzione del 1838 e separarsi dal dominio di Tenerife.

    A Tenerife, dal canto suo, il rifiuto della creazione della giunta a Gran Canaria si generalizzò e Santa Cruz istituì una giunta provinciale di governo che pretendeva l’obbedienza di Gran Canaria, la quale, però, si dichiarò provincia indipendente e, di conseguenza, si interruppero le comunicazioni tra le due isole e si ventilò persino la possibilità di un’invasione militare, che spostò la scena della contesa a Madrid.

    Era quindi essenziale conquistare il favore del nuovo comandante generale delle Canarie, nominato dal governo centrale, ed è in questo contesto che si percepiscono le strategie del destinatario della lettera.

    Il mittente della lettera era Ulpiano Gónzalez, un avvocato forse assunto come agente a Madrid. 

    Pur non appartenendo alla nobiltà, difendeva gli interessi della vecchia oligarchia di La Laguna, abituata a negoziare la propria posizione politica a Corte attraverso avvocati esperti.

    Il destinatario della missiva era Cristóbal Salazar de Frías y Porlier, VI conte di Valle de Salazar, uno dei capi visibili del settore ultraconservatore della nobiltà di Tenerife e difensore dei privilegi di La Laguna come antica capitale dell’isola, che pretendeva di essere la capitale dell’intera provincia delle Canarie.

    E il risultato è che l’avvocato Ulpiano González racconta nella lettera come ha cercato di convincere il nuovo comandante generale a vedere “i vantaggi del fatto che la capitale sia a Tenerife”, facendogli capire che per quella capitale “La Laguna ha tutte le simpatie che Santa Cruz non ha”.

    Gli spiegò la posizione della nobiltà di La Laguna, che rifiutava le giunte come “estemporanee”.

    Inoltre, l’avvocato afferma di aver dato consigli al comandante generale per disinnescare la situazione politica tesa. 

    Ha sottolineato le peculiarità della scena politica delle Canarie, in cui “non esistono veri e propri partiti politici, ma personalità”, e gli ha chiarito quali di queste personalità fossero “i cattivi” e quali “i buoni”.

    Lo informò anche sull’identità delle “persone influenti”, raccomandando coloro che facevano parte del gruppo politico conservatore, come Alonso de Nava Grimón e “i Cólogan”, tra gli altri.

    “Anche se il contenuto della lettera, a distanza di quasi 200 anni, può sembrare insensibile, in realtà dimostra la necessità di criptare i messaggi le cui informazioni potrebbero essere delicate nelle mani sbagliate”, afferma Judit Gutiérrez de Armas.

    Questo tipo di lettera riflette l’importanza degli intrighi politici nel convulso XIX secolo in Spagna, dove ogni gruppo – non sempre costituito in partiti – cercava di estendere la propria influenza a Madrid, vero epicentro del potere statale.

    Bina Bianchini

     

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