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    La lucha canaria e la Luchada del año a Puerto de la Cruz

    Sarà capitato di notare nei comuni di Tenerife strutture circolari simili a padiglioni sportivi chiamati campi di lucha. 

    Arene chiuse con sabbia all’interno e spalti. 

    È il terrero canario, così è chiamato il terreno di lucha canaria dove si pratica lo sport più autentico delle isole. 

    Il più connesso con la tradizione guancha il più identitario e chissà il meno praticato ora. 

    Rivitalizzarlo è l’obiettivo del governo canario e rivitalizzarlo diffondendolo oltre i confini regionali è l’obiettivo del youtuber portuense Ruyman Suarez. 

    Nel terrero de lucha Santiago Yanez, situato in zona Punta Brava del Puerto de la Cruz si è organizzato un evento di promozione dello sport canario. 

    La Luchada del año è stato l’evento organizzato da 24 influencer o creatori di contenuti, come si chiamano ora, che hanno deciso di “lottare” per far conoscere lo sport di lucha canaria fondendo tradizione e modernità. 

    Provenienti dalla penisola spagnola si sono convertiti in atleti “canari influencer” che hanno, attraverso le reti social, diffuso la lucha canaria spiegandone regole e postando allenamenti e tattiche.


    La lotta canaria è uno sport la cui caratteristica principale è sfruttare la forza dell’avversario per squilibrarlo senza colpirlo o ferirlo. 

    L’avversario deve toccare terra con qualsiasi parte del corpo ovviamente piedi esclusi. 

    La sua origine risale ai tempi della popolazione guancha, si suppone dai pochi racconti riscontrabili che con la lucha si risolvessero controversie legate a terra e bestiame. 

    Nonostante sia canario, il suo primo regolamento venne stipulato a Cuba nel 1872, solo nel 1960 ebbe un regolamento Orgánico generale comune per tutte le isole.

    Il combattimento si svolge in un campo di sabbia delimitato da due cerchi il cui diametro è di 15 e 17 metri. 

    All’interno è molto suggestiva la posizione di avvio della lotta. 

    Nel centro del cerchio si affrontano due combattenti, ciascuno tiene come presa il risvolto del pantaloncino dell’altro, con la mano destra uniscono le palme toccando terra, quando la posizione è stabile l’arbitro fischia il via alla lotta. 

    Si cerca di far perdere l’equilibrio con tecniche precise di presa con mani e posizionamento piedi e gambe. 

    Il tutto nella durata di 90 secondi al meglio di tre “set”. 

    Il vincitore viene chiamato campione delle “brega”. 

    Ciascuna squadra ha 12 componenti. 

    Sull’isola sono numerosi i club iscritti a prima, seconda e terza categoria. 

    Varie sono le tecniche e i trucchi di presa di distrazione di blocco. 

    E l’essere allenatore di lucha canaria è considerato piuttosto prestigioso nel tessuto sociale delle isole. 

    Si annovera tra i personaggi più illustri dell’isola Juan Barbuzano, l’atleta di lucha canaria definito perfetto. 

    Originario dell’isola del Hierro deve la sua fortuna e gloria a Tenerife concludendo la sua magnifica carriera sportiva avvolto dalla devozione del pubblico. 

    Oggi lo sport è visibilmente in declino e lo sforzo dei comuni è quello di diffondere e promuovere la lucha canarie nelle attività extrascolari. 

    Eventi promozionali come quello di Ryuman incrementano l’interesse verso questa disciplina. 

    La creazione della squadra femminile aiuta a sdoganare lo sport della lucha da un cliché che lo vedeva esclusivamente maschile. 

    Forza, tecnica ed equilibrio sono le caratteristiche su cui punta la nuova prospettiva sportiva delle isole, sperando che lo sport della lucha risollevi i quartieri dove sono presenti i “terreri” di lucha canaria e che questo sport recuperi l’importanza degli anni ’60 nell’isola. 

    Probabilmente, è questo il parere dell’assessore allo sport di Puerto de La Cruz, di Ryuman e del governo canario, recuperare l’autenticità sportiva che passa attraverso i mezzi di comunicazione per riportare alla ribalta uno sport superato da altri più pubblicizzati. 

    Presenti all’evento della Luchada del año numerosissimi i giovani e atleti dal glorioso passato, l’auspicio è che si possa aumentare il numero degli affiliati e che il terrero di Punta Brava, nello specifico, possa riprendere l’attività a pieno regime. 

    Giovanna Lenti

     

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