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    Un eroe di Marvel inaspettato: il telefono a gettoni

    Immagino che quasi tutti noi ricordiamo “ indietro tutta”, l’ultimo programma televisivo di Renzo Arbore.

    Lui salutò la comunicazione di massa e disse semplicemente che bisognava tornare per strada con la chitarrina e finito di cantare sbagliando il tempo, mangiare tutti insieme sulle panchine.
    Che per salvare la cultura e la libertà, secondo Arbore bastava quello.
    Sorridemmo alla boutade, ma immaginiamo di fare indietro tutta tornando al telefono a gettoni al bar sotto casa.
    La verità è che virerebbe di 45 gradi il corso della storia e si riaprirebbe la possibilità di essere soggetti e non oggetti di narrazione storica.
    Prendiamo in considerazione le due più immediate conseguenze, le più eclatanti.
    La telefonia cellulare ha creato una nuova corsa all’oro per procurarsi il cobalto che è anche lo strumento indispensabile perché possa divenire realtà la nuova moneta digitale delle banche centrali, la CBDC di cui tanto si parla, confondendola, a torto, con una sorta di nuovo bitcoin.
    Entrambe queste agghiaccianti realtà sparirebbero come se cambiassimo canale alla televisione e, se gli esseri mostruosi che ne sono alla regia non tarderebbero a pensarsi qualcos’altro per esprimere la malformazione grottesca delle loro anime, evidentemente questo non è un alibi.
    Di cosa parliamo esattamente.
    Il Congo, ha la sfortuna di poggiare sui giacimenti di oltre l’80% del cobalto.
    Un trio infernale di multinazionali, signori della guerra e neocolonialisti ha dato vita a miniere scavate a mano da bambini fra i 12 e i 16 anni inviati in stock dai capi villaggio per evitare incursioni armate e rappresaglie.
    I bambini firmano con il dito contratti senza condizione di recessione alcuna e vengono registrati, quando entrano e quando muoiono, con un codice alfanumerico.
    Mercenari di Uganda e Ruanda seminano il terrore nel paese e si fanno carico di far arrivare il minerale grezzo al porto cinese che, con uno scherno che a mio avviso non fa ridere, è stato battezzato Porto Banana.
    Quando passiamo il tempo la sera ipnotizzati dalla sfilata scoordinata di ricette, cani prodigio, schiavi bambini, frane spettacolari, guerriglieri col passamontagna, tutorial di giardinaggio e porti cinesi, mischiando insieme divertimento e sdegno, senza volerlo, anestetizziamo la coscienza e diventiamo la componente inerte ma indispensabile dell’orrore congolese.
    Senza accorgercene, senza essere cattivi, in un angolo della nostra testa, noi pensiamo che non oserebbero fare lo stesso a noi, ma ci sbagliamo.
    E’ imminente l’arrivo della CBDC.
    La moneta digitale emessa dalle banche centrali, un inferno più rarefatto, ma sostanzialmente identico, anche per noi.
    Facciamo un identikit adatto a lettori digiuni di economia.
    Se le banche commerciali fossero fiumi e l’acqua fosse il denaro dei correntisti, la banca centrale sarebbe la diga che regola il flusso dei fiumi per razionalizzare nel modo più consono al benessere dei correntisti, la distribuzione dell’acqua.
    Non è fatta di acqua, si limita a prevenire inondazioni e siccità, aprendo o chiudendo i cancelli della diga.
    Nel nostro pericoloso mondo postmoderno ci si prepara a prosciugare tutti i fiumi, far sparire l’acqua esistente fra due mura di cemento, darcene un pochino alla volta se ubbidiamo abbastanza bene.

    1.essendo la CBDC un progetto di moneta digitale, se compriamo un lecca lecca, il grande logaritmo, lo sa.
    2.la CBDC  ha la SCADENZA, ovvero, se non spesa entro una certa data, svanisce.
    3.risparmiare sarà vietato, si vivrà alla giornata sperando di non sbagliare niente.
    4.se volessimo finanziare una start up di prodotti ecologici, la banca centrale potrebbe ottimizzare l’investimento ridirigendolo su una fabbrica d’armi, d’ufficio.
    5.ora, chi determina il flusso di denaro, determina l’inflazione che non è mai imparziale.
    6.arricchisce il primo soggetto che entra in contatto con il denaro messo in circolo e impoverisce l’ultimo.
    7.ovvero, arricchisce le persone fisiche che si nascondono dietro la parola Governo e la parola Banca centrale, e indebolisce lo stipendio e il risparmio del cittadino comune.

    Rendere il meccanismo obbligatorio è la grande novità.
    Al minuto uno di questa bella prodezza ci scopriremmo azzerati attraverso il nostro amico immaginario, il cellulare, in un conto che torna anche senza di noi.
    Senza un volto e un soprannome, un nome sul campanello, un numero sull’elenco telefonico, un hobby e dei risparmi con cui realizzare al momento giusto, un sogno di cui non rendere conto a nessuno.
    Non lo abbiamo mai capito e dubito seriamente che lo capiremo.
    L’essere umano è uno, diviso in miliardi di anime.
    La nostra colpevole indifferenza verso il dolore degli altri, è il solo grande pericolo al quale siamo mai stati esposti.
    Se facessimo indietro tutta e rinunciassimo alle parole inutili, tacitassimo -Dio volesse!- i troll e i filosofi da tre euro e cinquanta che spadroneggiano sul web, se ridessimo linfa vitale alle librerie, giocassimo a pinella con la famiglia  la sera o scendessimo a farci una birretta con i vicini con i gettoni del telefono in tasca, ci scopriremmo capaci di grandi cambiamenti, senza bisogno di comportarci da eroi.
    Perlomeno, pensiamoci.
    Claudia Maria Sini

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