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    Il Consolato Italiano e la divulgazione scientifica We Love Science e Galileo.

    Si è inaugurata ieri la mostra We Love Science nel centro visitante de Roque de los Muchachos nell’isola de La Palma. La mostra visitabile fino al mese di maggio,  è organizzata dal ministero degli affari esteri con lo scopo di pubblicizzare l’indole italiana di arte e scienza. Il Consolato italiano delle Canarie ha partecipato proponendo il centro di astrofisica de la Palma come scenario ideale della promozione arte-scienza.

    L’unico luogo estero dell’intera iniziativa.

    La ricerca scientifica viene interpretata in forme e visioni da artisti, inspirati appunto dal lavoro scientifico, che la plasmano nelle loro opere tutte con carattere interpretativo naturalmente.

    Ed è il risultato della ispirazione sorta dell’interscambio tra visione artistica e conoscenza scientifica.

    Il consolato italiano ha dunque aderito all’iniziativa ospitando nel centro di Astrofisica de la Palma 8 opere di 8 artisti italiani che si sono lasciati ispirare, appunto dal lavoro svolto in altrettanti centri, quali:  l’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia del Vesuvio, Elettra-Sincrotrone di Trieste, Istituto Nazionale Studi Esperienze Architettura Navale di Roma, Miniera di Sos Enattos in Sardegna, Laboratori Nazionali del Gran Sasso, Istituto Nazionale di Astrofisica di Cagliari e Agenzia Spaziale Italiana (sede di Matera) e l’Osservatorio Astronomico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica alle Canarie. I protagonisti del progetto sono gli artisti Serena Vestrucci, Margherita Raso, Davide Stucchi, Jonathan Vivacqua, Irene Fenara, Giulio Bensasson, Antonio Della Guardia e Ruth Beraha.

    La giornata ha parlato italiano dal discorso coinvolgente del Console Gianluca Cappellli che ha presentato ancora una volta l’eccellenza italiana e lo spirito di ricerca incessante, al discorso sull’arte contemporanea, lì mostrata, fortissimamente difesa fino a ponerla in cima a quella rinascimentale o moderna, dell’organizzatore dell’evento Ludovico Pratesi.

    Infine, dulcis in fundo, la giornata è stata marcata dalla evidente e solida tradizione scientifica di ingegno italiano, tecnologia italiana e ricerca scientifica italiana con la visita al telescopio Galileo.

    Un disponibile, grande comunicatore, ed esperto scienziato, il direttore dell’osservatorio Galileo, l’italiano Adriano Ghedina, ha chiarito cosa rende particolare e importante il telescopio Galileo nell’osservazione astronomica.


    Dai dati raccolti costantemente nell’osservazione astronomica annuale, di cui lo Stato spagnolo dispone di un 22%, il mondo internazionale di un 5 %  e la restante parte appartiene di diritto allo Stato italiano, si studia la presenza la qualità dell’aria e la conformazione fisico chimica dei pianeti oltre il sistema solare.

    Il 69% delle pubblicazioni scientifiche vertono proprio sulla ricerca extrasolare.

    Lo specchio del telescopio, unico nel suo genere, esclusivo per il Galileo(ha uno spessore di 24 cm; lo spettrometro è dichiarato il migliore dell’emisfero nord), permette ricevere immagini di situazioni astronomiche impossibili da analizzare diversamente.

    Il telescopio è facilmente riconoscibile nell’area de Roque de los Muchachos per la sua conformazione quadrangolare e non a cupola sferica. Questo è voluto per non creare turbolenze all’interno del telescopio permettendo all’aria di uscire esattamente nella stessa condizione con cui entra nell’area del Galileo.

    Giovanna Lenti

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