Nardone è il creatore della squadra mobile a Milano!
Se volete provare delle emozioni e godervi una storia piacevole con i soliti crimini, lavoro di squadra, l’immancabile amore e occhiolini di umorismo, vi raccomando la fiction Rai “il Commissario Nardone”. Il cinema che mi emoziona è l’unico che mi interessa. Vi confesso carissimi lettori che scrivo queste cronache per emozionarvi, spero di non restare deluso. Altro: una bella cosa che non abbiamo mai visto fino ad ora, è la nascita di una squadra, infatti con che saggezza Nardone riesce a scegliere i suoi collaboratori!
Questo è un caso d’amore a prima vista che accade quando nel primo episodio Nardone e la portinaia di un condominio salgono le scale, accompagnati da una musichetta al piano, per vedere l’appartamento affittato da lui. Nardone è stato trasferito da Monza a Milano nel primo dopo guerra. La ragione del trasferimento è stato il pugno che ha dato al suo capo, che non ha mantenuto la sua parola di non sparare, data a un funzionario comunale dimesso che puntava con una pistola il Sindaco, ma che si era appena arreso. Questo lo mostra subito come un uomo d’onore, ho capito immediatamente che Nardone è il Nostro. Ma non soltanto questo, Nardone si commuove per una condomina che non trova nell’ospedale la penicillina per guarire suo figlio, ricordiamo che era un’epoca di povertà e mercato nero. Quindi dopo aver visto soltanto i primi tre minuti de “Il Commissario Nardone” ho iniziato a scrivere la mia cronaca per Leggotenerife! Ma non è stato l’unico caso d’amore a prima vista, infatti quando Nardone conosce Eliana, appena iniziato l’episodio, entrambi si sentono in soggezione. Lei è LA donna della sua vita.
A metà del primo episodio mi sono già emozionato altre due volte, la prima vedendo il Nostro come offre a una riconoscente Eliana di portarla a cena fuori. L’altra è la nascente empatia tra Nardone e il suo brigadiere Muraro, cominciata dopo che Nardone assumesse tutta la responsabilità su un fatto davanti al questore Ossola, lasciandolo fuori. Diventeranno una coppia di lavoro molto affiatata; i subordinati sentono rispetto per un capo che è giusto nel rapporto con loro. E Muraro ricambia Nardone difendendolo davanti a due poliziotti corrotti che dopo saranno portati in galera dal Nostro. Nardone appoggia la mano sulla spalla di Muraro: che ne dice se ci diamo del tu? Com’è bello vedere gli occhi di entrambi brillanti per una serena gioia! Sanno che appartengono alla stessa squadra di poliziotti integerrimi come anche il nostro Giuseppe Dosi, il fiore all’occhiello della Polizia di Stato.
La conosciuta legge Steneri Ogni poliziotto in gamba ha la maledizione di dover sopportare un capo cretino questa volta è peggiorata, in questi anni del dopoguerra, nel 1947, Milano era una città povera e piena di delinquenti. Nonostante questo credo che non sia un controsenso dire che quella era una società più salutare dell’attuale, per esempio perché non c’era il mondo consumistico odierno dove tutti siamo usa e getta. Sfortunatamente al questore Ossola non è piaciuto come il Nostro appena arrivato in questura abbia risolto in fretta l’inchiesta sui furti di penicillina. Le inchieste dovrebbero continuare fino al pesce grosso, cioè un potente personaggio di Milano. Ma “questo questore” opportunista e preoccupato soltanto della sua carriera, lo incarica delle inchieste di furti di automobili. Nardone integerrimo fino al midollo continuerà il suo bel lavoro di pulizia dei criminali nascosto dietro alle indagini sulle automobili.
Alla fine dell’episodio il Nostro, insieme a Muraro, sceglie i membri della squadra. Il primo è Peppino Rizzo, scelto per la sua grande memoria, cosa che gli permette, ogni sera dopo il lavoro, di studiare per laurearsi in legge. Dopo c’è Enrico Spitz, un ebreo sopravvissuto a Mauthausen, un ricciolino con un bell’accento e un grande esperto di polizia scientifica. Alla fine Nardone dovrà impegnarsi per poter aggiungere alla squadra Sergio Suderghi, lui è molto bravo con le armi e le auto, però per il suo passato repubblichino gli sarà molto difficile lavorare insieme a Spitz. Alla fine dell’episodio due poliziotti corrotti sono messi in galera, perché coinvolti nel furto della penicillina. Bisogna dirvi che il Nostro consegna alla portinaia una scatola con le fiale di penicillina per la povera mamma del bimbo malato? Ma a patto che non dica da dov’è venuta. Non è una favola, nel mondo ci sono molti uomini per bene come Nardone.
La ciliegina sulla torta: Nardone conosce Eliana mentre cerca delle informazioni per l’inchiesta sulla penicillina, dopo la invita a uscire insieme. Lo sapete che il cognome di Eliana è Colombo come la Enrica Colombo del commissario Ricciardi? E anche che questa simpaticona zitella fa il direttore amministrativo in un’impresa che distribuisce medicinali? Ho visto una luce complice negli occhi di entrambi e accade il miracolo: come un brutto caffè, ma fatto da Eliana, diventa tanto squisito da fargli dire che la colpa è dell’acqua di Milano? Dopo c’è un delizioso dialogo al minuto 25 tra il Nostro e la signorina dal naso sghimbescio:
Nardone: Lo sa che lei mi mette in soggezione?
Eliana: E questo è grave? Perché se succede spesso riesco a rimanere zitella. Che cosa la mette in soggezione di me? Dice mentre si toglie gli occhiali…
Nardone: I suoi occhi… sono molto belli.
Ci vediamo in marzo con un bel omaggio a Tino Buazzelli nei panni di Nero Wolfe.
Equipaggio: Commissario Nardone (Sergio Assisi); Muraro (Luigi Di Fiore); Eliana (Giorgia Surina); Questore Ossola (Franco Castellano); Peppino Rizzo (Ludovico Vitrano); Enrico Spitz (Francesco Zecca); Sergio Suderghi (Stefano Dionisi).
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