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    L’album dei ricordi di Mercadona

    mercadona spesaL’ovvia constatazione che i prezzi stanno schizzando alle stelle ci accompagna dai tempi in cui i nostri genitori cercavano di capire cosa fosse il serpente monetario e si circolava a targhe alterne la domenica.

    E’ uno di quei topici da conversazione al bar la cui abitudinarietà funge un poco da anticorpo per la reattività.
    Ripulendo un vecchio cellulare dalle foto inutili che spesso scattiamo tutti da quando è diventato semplice immortalare l’attimo con il telefono, ho trovato una serie di foto scattate a una signora sui 90 anni abbigliata in modo divertentissimo, all’interno della Mercadona, e, alle spalle della signora, i banchi della Mercadona con i prezzi in  bella vista.
    Zucchine: 35 centesimi, pomodori, 90 centesimi, prosciutto cotto, 45 centesimi, crudo, un euro, polpo, 6 euro, pampano, 8 euro, etc etc etc.
    Il 50% di questo rincaro è avvenuto fra il 2016 e il 2021, la seconda metà in una manciata di mesi del 2022.
    Solo al cambio dalla lira all’euro è successo qualcosa di simile ma i parametri di fondo, per folli che fossero, avevano una giustificazione, no, non una giustificazione, una concatenazione di cause logiche, che motivava il fatto che ci svegliammo tutti con lo stesso stipendio e un tenore di vita dimezzato dalla domenica al lunedì.
    Le fanfare di regime sventolarono che per lo meno era la fine dell’inflazione così come l’avevamo conosciuta negli anni ’70.
    Ora, al netto dell’irrilevanza del motivo per cui ci svuotano le tasche, tecnicamente questo era quasi vero ma solo fino a oggi.
    Improvvisamente, eccola qui, la nuova frattura epocale fra reddito e costo della vita e, se non bastasse, accompagnata dal suggerimento degli amici di Bruxelles di “recuperare la competitività attraverso la compressione salariale”.
    Con la immancabile malafede ben pagata, i media assicurano che non verranno toccati, cioè abbassati, gli stipendi, simulando in questa iperbole grammaticale, la notizia che gli stipendi non verranno aumentati per stare dietro al rincaro del costo della vita.
    Una persona corretta quindi come la darebbe questa bella notizia?
    “State tranquilli, sarete tutti più poveri”, ma certo, detto così suonerebbe peggio.
    In un paio di mesi abbiamo visto quasi raddoppiare i costi della vita ma questa volta, analizziamo i motivi:
    -smettere di comprare il gas a un prezzo equo per inginocchiarci al monopolio americano.
    – entrare di fatto in guerra in barba alla Costituzione dilapidando cifre irripetibili per fare da massa di manovra all’interno dell’eterno braccio di ferro fra Russia e America che litigano per il mercato d’esportazione europeo e le oasi natural in cui piazzare basi militari.
    • contribuire a sbilanciare il finanziamento di fondi internazionali a 160 miliardi per la guerra e solo 60 per lo sviluppo dei paesi meno fortunati con l’aggiunta di una clausola agghiacciante: “gli aiuti saranno vincolati all’accettazione di particolari condizioni”. Colonialismo 3.0.
    – esporci al rischio di diventare obiettivi di un possibile scontro nucleare per entrare in merito alla vicenda superficiale della doppia etnia Ucraina, che fra i motivi della guerra non ha alcun peso reale.
    E’ l’assoluta assenza di una relazione causa effetto che rende questo nuovo giro di vite al nostro stile di vita che lo rende differente.
    Cosa è cambiato nel frattempo?
    E’ diventata irrilevante la verità.
    I media hanno una sola voce, che vuol dire un solo simbolico propietario e la verità non mediatica è il pigolio di un uccellino da nido.
    Non a caso la verità è spesso abbinata alla luce, come la luce è la somma di 7 colori che ne garantiscono e strutturano la trasparenza e, come la luce, ha bisogno di scaturire dal libero confronto fra visioni diverse.
    L’ultimo atto intellettuale che ci rimane pertanto, non è contribuire alla verità ma rifiutarla, sempre, a priori, la verità che ci arriva dai media deve essere rimandata indietro.
    Se volete allenarvi con una notizia fresca, fresca, usate quella sulle “banche centrali che hanno in corso manovre per creare nuova ricchezza” .
    Una banca centrale non può per sua propria struttura creare ricchezza, può, nel migliore dei casi ridistribuirla.
    Detto questo, quanti di noi sono disposti a credere che sposteranno la ricchezza delle nazioni dall’1% dei nuovi faraoni che la controlla per ridarla alla gente comune?

    Spero pochi, pochissimi, meglio, spero che non vendano questa immonda sciocchezza a  nessuno di noi.

    Claudia Maria Sini

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