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    Il lavoro del futuro: come lo smart working sta ridefinendo le regole del lavoro

    smartworkingUna inchiesta pubblicata da una impresa specializzata nel monitoraggio dei comportamenti sensibili all’interno del mondo del lavoro ha prodotto un risultato sorprendente: il 75 per cento degli impiegati accetterebbe di lavorare da casa con grande entusiasmo.

    Con grande sollievo delle imprese che avrebbero un risparmio proporzionale alle loro dimensioni in termini di immobili, mobilio, spese di luce, acqua, pulizie etc… resta il problema dell’organizzazione, del controllo, della interazione, dell’efficienza.

    Non è cambiare posto in cui apri il computer, è un po’ come cambiare pianeta e immaginare di sostituire un concetto come la gravità.
    Tutti i parametri stabili dell’ambiente del lavoro dovrebbero essere riscritti e messi fra loro a sistema.

    Inoltre, la paralisi di un super server, comporterebbe la paralisi di centinaia di differenti settori nel medesimo istante.
    Più che sostituire in toto l’idea di lavoro, in realtà, questa nuova tendenza da ali forti a molti “nuovi lavori”.

    Tutte le professioni basate sulla comunicazione rapida e frequente, quelle in cui è lo spostamento di un prodotto immateriale l’oggetto dell’interazione, come per esempio i corsi di formazione, i prodotti pubblicitari, le professioni in qualche modo connesse con prodotti che nascono all’interno del mondo informatico così come la cybersicurezza, sicuramente troveranno ottimo sfogo in un mondo “senza uffici”.

    Per le altre professioni, quelle per così dire più tradizionali, oscilliamo ancora fra utopia e distopia.
    Esistono i fornitori di pomodori e le segretarie personali, così come gli istruttori di attività sportive e i fisioterapisti on line, ma è improbabile che possiamo, per quanto questa sia la tendenza, abolire il contatto umano, perché di questo si tratta, dal range di necessità inviolabili per una vita equilibrata e emozionalmente stabile.

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