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    Come prevenire l’infarto e l’ictus

    Credo che a tutti noi faccia paura l’idea di accusare, un giorno ed improvvisamente, un dolore toracico dietro lo sterno o una difficoltà a parlare o a muovere un arto riferibili, verosimilmente, all’incipiente comparsa di un infarto cardiaco o di un ictus cerebrale.
    Per evitare che ciò accada, sarà opportuno conoscere e controllare quelli che definiamo i “fattori di rischio cardiovascolare”.
    Per rischio cardiovascolare si intende la probabilità di avere un evento acuto, appunto cardiaco o cerebrale, nei successivi dieci anni di vita.
    Esistono dei fattori di rischio che non sono modificabili e tra questi ricordiamo l’età, il sesso e la familiarità: con l’aumentare dell’età e soprattutto nel sesso maschile anche nei soggetti giovani, il rischio di avere un evento acuto riguardante la patologia cardiovascolare è sicuramente più alto rispetto alle donne.
    Nel sesso femminile, dopo la menopausa, la possibilità di insorgenza di ictus ed infarto risulta essere sovrapponibile a quella degli uomini.
    Se questi fattori di rischio non sono modificabili, altri invece lo sono o, quanto meno, possono essere identificati e controllati.
    Primi fra tutti i fattori di rischio modificabili sono la presenza di valori pressori elevati, la glicemia ed il colesterolo sopra la norma, l’abitudine al fumo di sigaretta, la sedentarietà ed il sovrappeso corporeo.
    Allora, ciascuno di noi dovrà identificare quanto prima la presenza di uno o più di questi fattori per evitare, nei limiti del possibile, il danno sul sistema vascolare arterioso che è l’elemento cardine nel favorire le patologie di cui stiamo parlando.
    Per una corretta valutazione di questi fattori di rischio sarà utile una periodica ed accurata visita clinica anche se si fosse in uno stato di buona salute: ciò potrebbe dare indicazione ad effettuare ulteriori accertamenti.
    Sarà compito del Medico visitatore suggerire l’opportunità di una modifica dello stile di vita, indicare un programma di controlli periodici e, se necessario, consigliare l’inizio di una specifica terapia farmacologica.
    Sicuramente sarà utile controllare periodicamente la pressione arteriosa, valutare di tanto in tanto gli esami del sangue e cercare l’eventuale presenza di quelli che definiamo “danni d’organo”.
    Questi ultimi consistono nell’alterazione di organi come il cuore, le arterie, il rene e il fondo oculare che sono particolarmente danneggiati dai fattori di rischio sopraddetti e che possono essere causa ed effetto del danno cardiaco e cerebrale.
    Sarà allora utile rivolgersi al proprio medico di fiducia perché lui possa valutare, nel singolo caso, se fosse opportuno procedere ai controlli sopraddetti e, se proprio fosse necessario, predisporre un trattamento per evitare problemi e mantenere una buona qualità di vita.

    Dott. Mauro Marchetti

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