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    In arrivo la raccolta differenziata seria?

    Separare i rifiuti in casa sembra un compito facile, ma la verità è che se ci allontaniamo dalle bottiglie di vetro (verdi) e dai tetrabrick (gialli) ci sono molti dubbi su quali prodotti possono o non possono essere riciclati e in quale contenitore.

    Nonostante la consapevolezza ambientale sia in aumento, i dati mostrano che appena il 20% degli abitanti delle Canarie ricicla.

    Rispetto a un decennio fa, c’è stato un cambiamento in linea con il crescente impegno delle isole a essere più sostenibili.

    Ne è prova la Legge sull’Economia Circolare che, una volta entrata in vigore, renderà obbligatorio l’atto di separare i rifiuti, in modo che i cittadini giochino un ruolo chiave nella gestione dell’immondizia.

    Per farlo in modo responsabile, date un’occhiata a queste cinque cose che forse non sapevate di riciclare in modo sbagliato.

    Solo il coperchio – Scatole per pizza

    La logica ci porta a pensare che si tratti di contenitori di cartone che vanno direttamente nel bidone blu.


    In effetti, Ecoembes lo dice chiaramente sul suo sito web e sarebbe corretto se si trattasse di scatole pulite.

    Ciò che non viene preso in considerazione, come affermano diverse associazioni ambientaliste come Greenpeace, è che il grasso assorbito dalla pizza impedisce il corretto svolgimento del processo di riciclaggio.

    L’olio aderisce al cartone e lo “contamina” quando viene sminuzzato e immerso in acqua per ottenere una “pasta” da cui si ricava il nuovo prodotto.

    Questo accade anche con carta o tovaglioli macchiati da sostanze grasse o oleose.

    La soluzione migliore sarebbe quella di depositare nel bidone blu solo le parti non sporche, come i coperchi della scatola.

    Plastica – Stoviglie in cartone

    A meno che non siano specificate come biodegradabili o riciclabili, le stoviglie monouso comunemente utilizzate per le celebrazioni sono rivestite con una pellicola impermeabile che, ancora una volta, impedisce un trattamento adeguato.

    Nello stesso contesto, è comune vedere cannucce o posate di plastica che non sono riciclabili e, inoltre, finiscono per inquinare gli oceani.

    Composizione – Specchi

    Sono un tipo di vetro ma, anche in questo caso, hanno una composizione particolare che rende difficile riciclarli come le bottiglie.

    Imballaggio – Vaschette in polistirolo

    I supermercati offrono frutta e verdura confezionate in queste tipiche vaschette che offrono “convenienza” ai clienti.

    Sebbene sia possibile riciclare questo materiale, esso viene riciclato raramente e crea dubbi se smaltirlo nel bidone blu o in quello giallo.

    Ma il fatto è che si tratta di plastica espansa, quindi dovrebbe essere depositata nei contenitori per imballaggi, lattine e brik.

    Attenzione – Bottiglie colorate

    Il riciclaggio delle bottiglie di plastica è condizionato anche dal loro colore.

    Si tratta delle cosiddette plastiche PET (polietilene tereftalato) presenti in molti tessuti e bibite.

    Infatti, Coca Cola ha recentemente annunciato che cambierà la classica bottiglia verde di Sprite per contribuire a migliorare l’ambiente.

    La spiegazione sta nel fatto che negli impianti di riciclaggio le tecniche di selezione sono effettuate da sensori che identificano il tipo di plastica.

    Quelli colorati hanno un tipo di rivestimento che impedisce al materiale di essere riconosciuto.

    Le tre “R

    Il riciclo è solo una delle cosiddette tre R, una guida di base per diventare più sostenibili.

    Tuttavia, gli esperti sottolineano che si dovrebbe porre maggiore enfasi sugli altri due: “ridurre” il consumo di prodotti che utilizzano materiali usa e getta o prodotti direttamente non necessari e “riutilizzare” il più possibile, evitando così di passare attraverso un processo di riciclaggio.

    Bina Bianchini

     

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