
Sensazioni di un alieno.
Sono sbarcato per l’ennesima volta sull’isola un paio di mesi fa, per starci una dozzina di giorni e per capire, dopo la pandemia, se era cambiata, o se ero cambiato io.
Con le orecchie aperte, l‘occhio attento, il cuore libero, ho iniziato a cercare e a domandarmi, ma sono stato subito travolto da sensazioni e visioni non mie.
Avventurieri mercanti quasi corsari
Poeti fiscali in esilio
Mendicanti vagabondi e opportunisti
Eserciti di sale, Mojito e Papas arrugada
Bouganvillee, pietra lavica e Aloe
Aristocratici visionari con anime perse
Oceano, cisterne e balene
Gesuiti o sultani e massoni mancati
Turisti sognanti a braccetto con pirati incompetenti
Papaie, banane e aerei sudati
Anima provinciale e magma tremante
Caleidoscopio di colori
Sangue di drago e lontane caravelle
Amici ma non amici
Alice, il Cappellaio matto e lo Stregatto
So tutto, pacca sulle spalle
Anacronistici bauscia e coatti
Le città invisibili di Calvino
Non ho mai dormito bene; troppi pensieri rumorosi rimbombavano dentro il mio discernimento, come cavalli al galoppo che correvano su pietra vuota.
Di giorno non riuscivo più a percepire amore o odio, adrenalina o vuoto mentale, giusto o sbagliato.
Vivevo dei déjà-vu vissuti con Solaris e Zardoz.
Però devo prendere la decisione!
Per forza!
Per il progetto iniziato nel 2013, di scoprire e fondermi con l’isola.
Oggi si è decantato, i diciotto viaggi fatti, le nuove amicizie, il tessere progetti, le collaborazioni a volte ardite… tutto si è dissolto nel mio cuore.
Questo è l’ultimo “spigolature” che scrivo, rubrica creata sette anni fa, condividendo appunto spigolature presenti nei miei pensieri.
Ringrazio quelli che mi hanno letto fino in fondo e ringrazio l’editore che mi ha ospitato con questa “filosofia spicciola” di vita.
Forse ritornerò sui vecchi desideri, basta che il dio Mercurio, buffone metallico, protettore dei viaggi e dei viaggiatori, mi aiuti in questo compito.
Andrea Maino
Keith Haring, Dancing People (1987)