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    Il Parco Nazionale del Teide, un bene conteso nel PRUG

    Il 22 luglio è la data limite per presentare osservazioni, pareri e consigli, opzioni di modifica al Piano Regolatore Generale di Uso e Gestione del Parco del Teide (PRUG).

    Il piano ha concentrato l’attenzione dei partiti politici, movimenti collettivi di cittadini solo nell’ultimo mese, allo scadere del tempo di presentazione e in prossimità della data di esecutività del Piano.

    Da quando si è reso pubblico il progetto della costruzione dei tre mega parcheggi con centro commerciale e ristoranti annessi e la significativa limitazione di accesso e sosta alla sosta nel Parco Nazionale del Teide la popolazione si è scossa.

    Il sindaco de la Orotava immediatamente convoca la stampa per una dichiarazione in merito, in seguito alla pubblicazione dei tre progetti area parcheggio e servizio navetta.

    Pochi giorni fa chi voleva partecipare è stato invitato al dibattito aperto organizzato da Liceo Taoro, nel centro de la Orotava.

    Ad esporre i pareri pro e contro sul Prug c’erano “cordinadora  El Rincon”, con il presidente dell’associazione Juan Pedro Hernandez, la guida turistica di bassa e media montagna  de la Rosa; Felix…., “Federazione Tinerfeña di alpinismo” con il presidente Humbert Doiminguez Martel, “fondazione Telesforo Bravo”, con Jaime Coello, il docente universitario José Maria cattedra di ecologia de la Laguna.

    Incontro tra anime ribelli: la guida turistica in contrasto con i senderisti della federazione di montagna, la fondazione Telesforo Bravo preoccupata della protezione della area parco.

    Il docente universitario tutta passione romantica per l’ambiente. 


    Solo dal pubblico si sono levate le osservazione che rendono opinabile l’intero PRUG.

    La limitazione alla circolazione che intende avviare il PRUG va in netto contrasto con la legislazione che protegge le strade di connessione insulari e la via pecuaria garantita dalla legge n 31/1995 23 marzo.

    Una copia del regolamento è stato apportata dal pubblico in sala; la perplessità sollevata da un amante dei cavalli che si vede impossibilitato ad attraversare il Teide a cavallo con l’accusa di distruggere la vegetazione in crescita nell’area Parco ha evidenziato come la tradizione che sempre ha rispettato il parco non ci sarà più.

    Tante le persone che lamentano uno stile di vita tradizionale difeso nell’attuale Prug che sparirà nel nuovo Piano.

    La preoccupazione degli apicoltori che non riescono a capacitarsi di come il controllo della flora e la produzione del miele che di fatto compiono possano distruggere l’ambiente naturale del parco ed infine cozza terribilmente con l’esigenza di un’economia produttiva ecosostenibile.

    Ed infine le discrepanze politiche con il rimbalzo di colpe e omissioni: dal 1918 da quando si istituì il Parco come Nazionale, dal 1980 da quando per volontà politica si rende, non unica ma, esclusiva la legge di conservazione diversificata per ogni parco nazionale.

    Ogni parco la sua; dal 2004 da quando un tribunale costituzionale affida la gestione del parco alla Comunità Autonoma; dal 2006 da quando si stabilisce il regolamento per l’attività sportiva nel parco, e poi le accuse di immissione di conigli e mufloni ed il controllo di questi con la caccia.

    Un delirio di rivendicazioni inespresse negli anni.

    Il presidente dell’associazione Rincon evidenzia come in realtà tutti sapevano e tutti hanno taciuto presentando, agli occhi degli assistenti l’evento, gli atti di presentazione del progetto.

    L’attualizzazione al Prug risale al 2018, la presentazione del Piano è datata 2020 alla presenza dei sindaci coinvolti nell’aerea parco Teide e in loro assenza rappresentati dai consiglieri.

    Restano, è da ammettere, solo presenze da segreteria, non si parla di dichiarazioni verbalizzate per cui non si sa cosa sia in realtà successo nel 2020 alla riunione di presentazione del progetto, di cosa si sia parlato e negli anni di covid quasi tutto è passato in secondo piano.

    Quello che però è emerso a fine dibattito me lo ha comunicato il presidente della federazione amanti della montagna Humnerto Martel.

    È sorprendente come un ente involucrato nel sistema di gestione del parco, un ente che di sicuro conosce le situazioni e gli obiettivi e le decisioni da prendere nei patronati nell’ente parco e nel cabildo e governo non abbia ricevuto udienza dal Governo di Canaria.

    Humberto confessa come nessuna risposta scritta è mai pervenuta dagli organi ufficiali alle richieste di chiarimenti o alle proposte di correzione avanzate.

    Nel piano di gestione il Prug, nuovo da adottare, si legge come le limitazioni siano misure preventive volte a proteggere lo sci di fondo. Sul Teide? Sci di fondo?

    Numerose le anomalie presenti segno evidente di un copia e incolla di altre realtà.

    Gli chiediamo se conosce chi è che ha redatto il Prug nuovo e scopriamo che il governo di Canaria dispone di una società che nell’ultimo anno è diventata organo ufficiale e unico di gestione di piani programmatici in materia ecologica: GESPLAN.

    Gestione programmazione territoriale e medioambientale”, S.A. impresa pubblica dal 1991, oggi braccio destro delle politiche ambientali e di lotta al cambio climatico del governo di Canaria.

    Gesplan gestisce la pianificazione della trasformazione di suolo in urbano, garantisce l’equilibrio tra benefici e responsabilità nell’aggiudicare i terreni, las “fincas”.

    Si occupa dell’agenda ONU per l’area urbana e sviluppo sostenibile.

    Attualmente gestisce, con queste finalità, la politica territoriale e ambientale delle isole e di 69 comuni nelle isole.

    Nella sua pagina web si definisce “medio propio personificado del Gobierno de Canarias”.

    Questo ente ha stilato il PRUG che scontenta tutti. La fortuna politica di questo ente pare sia associata alla carriera politica di rappresentanti PSOE de la Gomera, oggi influenti nel PSOE del governo Canario.

    Il battibecco di responsabilità che è emerso dall’incontro-dibattito al Liceo Taoro, splendida cornice, trova accordo tra tutte le parti nell’evidente assenza di controllo della polizia (guardiaboschi – guardie forestali) che faciliterebbe invece la protezione del parco da turisti poco educati ma anche, tutti concordi, sulla inopportunità che il presidente del Cabildo sia anche il presidente del patronato Teide, l’ente cioè di gestione del parco Nazionale del Teide.

    Il vincolo stretto, il probabile conflitto di interessi è visto come blocco ad ogni discorso di gestione parco, in ambo i sensi: sia di sviluppo sia per opposizione.

    L’opportunità politica si crede che infici o vizi l’operato su ogni decisione per il bene del parco nazionale.

    È sempre dal pubblico che si solleva l’avvertenza di come tutti i piani di gestione debbano essere subordinati al piano del Parco Nazionale, per cui non solo il rispetto della legge stradale ma anche la conservazione dei principi tradizionali presenti e garantiti dal regolamento Parco Nazionale.

    Principi che sono eliminati completamente dal PRUG nuovo. Sparisce infatti la dichiarazione fin ora presente e garantita della pratica dello “sport tradizionalmente praticato nel Parco e compatibile con lo spirito e l’obiettivo del Parco”: il senderismo.

    Non si allineano i principi con il progetto del pullman e la diminuzione delle presenze nel Parco.

    Non si capisce come se il pericolo per le aree naturali aumenta per l’afflusso turistico come potrebbe diminuire con un pullman che accompagna lo stesso numero di turisti?

    Come potrebbe proteggere da peso, traffico e rumori acustici la costruzione dei mega parcheggi in area protetta?

    A meno che, chi controlla la lotta al cambio climatico si fa forte dei risultati universitari di monitoraggio per cui i metri in altura del Teide garantiscono, nel tempo,  l’adattamento delle specie al cambio climatico spingendosi più in su da dove stanno ora e lasciando libere le zone non più “area protetta” e quindi urbanizzabile.

    Come potrebbe distruggere e compromettere la vita di flora e fauna nel parco un senderista, che rappresenta solo il 12% dei 4 milioni dei visitatori l’anno al Teide, quando invece uno spot asics fa correre per le riprese attori propio nell’area ristretta per protezione?

    Come può permettersi ció, se per uno spot si muovono su terreni, mettendo a rischio l’habitat naturale dei microroganismi che popolano il Teide (così giustificano il divieto a turisti e senderisti) cameramen e attrezzature di montaggio per lo spot?

    Come si concedono i permessi e come si concederanno i permessi di accesso al Teide con il nuovo PRUG, che sembra essere una pianificazione urbanistica in piena regola in area naturalmente protetta?

    Attendiamo con ansia il 22 luglio data ultima per l’acquisizione di consigli e pareri, fra l’altro, non vincolanti e speriamo in qualche atto pubblico prima della data ultima.

    Giovanna Lenti

     

     

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