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    I doni della morte di mamma Europa: Nasce l’Italian Digital Media Observatory

    Cos’è?

    E’ un progetto della Commissione Europea ovvero di 27 commissari (brutto anche il nome) che senza passare nemmeno vicino alle dinamiche elettive della democrazia, esercitano un potere spaventoso, soprattutto non discutibile.

    Un potere assoluto e assolutamente privo di una base giuridica che non provenga dall’interno della struttura stessa dell’UE.

    Dittatori che hanno nominato se stessi e si sono attribuiti il potere di estendere il proprio potere, perché in questo consiste la crescita abnorme dell’UE nella nostra vita: si è attribuita il potere di attribuirsi potere e il nuovo osservatorio non sarà l’ultima delle maniere in cui lo farà se continuiamo a fare OOHH come i bambini della canzone brutta di Sanremo di qualche anno fa.

    A cosa serve l’osservatorio?  A “identificare e contrastare la disinformazione”.

    Immaginiamo di entrare nella pagina web e compiere il gesto più ovvio, quando vuoi capire chi c’è dietro una vetrina: clicchiamo sul bottone “CHI SIAMO”.

    Chi sono? .

    I rappresentanti della RAI


    – il rappresentante di “Repubblica”

    – il Ministro degli affari economici perché è un affare molto economico oggi compiacere il Leviatano di Bruxelles

    – il Ministro agli affari esteri che in tempi di assuefazione all’ubbidienza è anche Ministro alla cooperazione 

    – l’amministratore delegato della TIM

    – il responsabile del Media e Data Directorate che si occupa del rapporto fra Media e cultura

    – Gianni Riotta direttore del master in giornalismo e comunicazione multimediale della Luiss Carli che, appunto, ospita l’evento

    Che diavolo ci fanno i rappresentanti della programmazione economica, della stampa e la televisione di stato, delle compagnie telefoniche e dell’organo esecutivo dell’Unione Europea dentro la sala di una università?

    Programmano la nuova censura specificamente diretta a internet, l’ultima isola di libera espressione rimasta per non bere come oche dall’imbuto le verità liofilizzate dell’informazione di stato.

    Contrastare la disinformazione… identificare la disinformazione… dividere la verità vera dalla verità falsa….roba che fa gelare la schiena.

    Dopo il coprifuoco, lo scavalcamento della costituzione, la tessera di obbedienza per lavorare e frequentare i luoghi pubblici, non deve e non può stupirci che in pompa magna, in un’aula magna, alla luce del sole, i rappresentanti della verità imposta, i sacerdoti del pensiero unico, i garanti della verità di parte, si preparino a presentare il nuovo mostro: la censura e il reato d’opinione.

    Ammesso che la Luiss Carli non è una Università pubblica e ci sta tutto che una riunione di questo tipo possa svolgersi proprio lì, le Università statali, i laboratori del pensiero critico, i focolai d’opposizione al potere costituito che posizione prenderanno?

    E’ normale che la sete di potere giochi al gioco che ha giocato da sempre: distruggere senza nemmeno trarne un vero vantaggio ogni spazio di felicità delle persone libere.

    Ciò che lascia un poco stupiti è l’asimmetria dell’impegno.

    Da un lato un esercito disciplinato, organizzato, motivato, compatto che avanza lento e senza mai perdere un colpo.

    Dall’altro molti onorabilissimi focolai di reazione che tardano, e pericolosamente, a compattarsi in un’onda d’urto uguale e contraria, un movimento culturale pacifico ma intransigente che si limiti a mandare indietro la stupidità del male che non avanza per merito, avanza per assenza di ostacoli.

    Claudia Maria Sini

     

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