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    Settimana chiave per il turismo

    I ministri dell’area nell’UE si riuniranno domani per finalizzare il protocollo d’azione una volta che i test PCR saranno stati approvati.

    Le Isole Canarie stanno entrando in una settimana chiave. Non solo perché prima del 30 settembre il governo, i sindacati e i datori di lavoro devono concordare l’estensione dell’ERTE, ma perché è in questa settimana che gli accordi dei “corridoi sicuri” devono essere chiusi affinché l’Arcipelago possa salvare la stagione turistica invernale.

    Domani i ministri del turismo degli Stati membri dell’UE si riuniranno per concordare i criteri per la realizzazione di questi corridoi.

    Un incontro che molti imprenditori si rammaricano di essere arrivati così tardi, ma in cui tutti, compreso il governo delle Canarie, hanno riposto le loro speranze. Se non si raggiunge un accordo, la stagione turistica (con le restrizioni del Regno Unito e della Germania) andrà persa e sarà un vero dramma per il settore turistico.

    Quest’anno il turismo ha perso quasi sei mesi di lavoro. Lungi dall’essere il record di 15,9 milioni di visitatori. Con un po’ di fortuna, e se non perdiamo la stagione invernale, le Isole Canarie potrebbero chiudere l’anno con poco più di 3 milioni di visitatori. Per fare questo, dobbiamo agire secondo diverse linee guida.

    Il primo è quello di ridurre il livello di positivi. Al momento, Tenerife ha il semaforo rosso, ma le cifre non sono del tutto negative (50,23 infezioni ogni 100 abitanti).

    Ciononostante, il consigliere insulare dell’Area di Pianificazione Territoriale, Patrimonio Storico e Turismo del Cabildo di Tenerife, José Gregorio Martín Plata, ha insistito sul fatto che è “compito di tutti” essere responsabili della riduzione di queste cifre.


    La seconda variabile è il comportamento dei principali paesi emittenti. In questo caso, Regno Unito, Germania o Paesi Bassi. “Quando le frontiere sono state aperte a giugno, il livello di contagio era più alto in questi paesi che in Spagna. Pertanto, è importante che tutti i Paesi abbiano livelli di contagio simili”.

    A questa variabile si aggiunge la percezione dei cittadini stessi. “Se una persona, per quanto veda che il livello di contagio nel paese in cui si reca è inferiore, non vuole volare, non lo farà. C’è uno studio che il Cabildo ha fatto che, appunto, sottolinea che il 18% delle persone non è disposto a prendere un aereo in questo momento”.

    Oltre a tutte queste variabili, ci sono decisioni tardive o sbagliate che non sono dipese dalle Isole Canarie, come il ritardo dell’UE nell’implementazione di corridoi sicuri. “Solo quando il Regno Unito ha imposto la quarantena ai paesi membri, l’Europa ha cominciato a vedere il pericolo.

    I tour operator come TUI, ad esempio, e le compagnie di trasporto aereo come British Airways hanno esercitato una forte pressione sui governi dei loro paesi affinché eliminassero queste restrizioni, perché, anche se durante l’estate queste non hanno influenzato le compagnie del tutto perché c’erano altre rotte tra cui scegliere, in inverno le Isole Canarie sono l’unica destinazione che può salvare queste compagnie da una situazione critica.

    Con tutto questo, rimane una domanda fondamentale che, peraltro, tutti gli imprenditori del settore turistico si pongono: nel caso in cui le trattative del Ministero degli Affari Esteri dovessero dare i loro frutti e gli intermediari assicurativi con paesi come la Germania o il Regno Unito venissero approvati, come saranno effettuati i test PCR? E’ tutto pronto per la loro immediata messa in atto? I test saranno effettuati negli aeroporti?

    Tutte queste domande dovrebbero essere riflesse nel protocollo che il Ministero del Turismo ha preparato con il Governo delle Canarie. “Sarebbe impensabile – ha detto Martín Plata – che, una volta annunciati i corridoi sicuri, dovessimo aspettare questi protocolli. È normale che i lavori siano stati fatti in parallelo per poterli mettere subito in funzione, ma è vero che questa non è competenza del Cabildo, ma del governo delle Canarie”.

    Ciò che il Cabildo di Tenerife ha fatto è approvare uno stanziamento di 1 milione di euro per pagare questi test e mettere a disposizione dei turisti un alloggio nel caso in cui debbano trascorrere la quarantena sull’isola.

    Martín Plata ha inoltre ricordato che è necessario concordare il tipo di test da effettuare. Noi scommettiamo sulla PCR, ma, per esempio, la Germania vuole altri, “quindi anche questo dovrà essere concordato”.

    Il Ministro comprende i dubbi degli imprenditori che temono che, una volta approvati i corridoi, inizieranno i lavori sul protocollo, ma ha insistito sul fatto che “sarebbe impensabile”. Tutto deve essere pronto per iniziare subito”.

    Per quanto riguarda l’implementazione dei broker sicuri sul territorio spagnolo, Martin Plata dubitava che potesse essere applicata. “Legalmente non credo si possa giustificare che da Madrid a Siviglia si possa andare in macchina e che da Siviglia a Tenerife, per esempio, si debba fare un test. Bisognerebbe vedere se è giuridicamente possibile”.

    La verità è che tutto questo sarà deciso questa settimana.

     

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