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    Il primo ‘robot’ per trivellare il Massiccio del Teno è già a Tenerife

    Le macchine a due e tre teste consentono di praticare più fori contemporaneamente per la costruzione del tunnel di Erjos, nell’ambito della sezione El Tanque-Santiago del Teide.

    Il massiccio del Teno è una delle tre colate vulcaniche che hanno dato origine all’isola, insieme ai massicci di Anaga e Adeje.

    L’opera sull’Anello dell’Isola, e nello specifico il tratto El Tanque-Santiago del Teide, che collegherà le due estremità di Tenerife e costituirà un punto di svolta nella mobilità, richiede la perforazione del basalto più antico di Tenerife per la costruzione del tunnel di Erjos, il più lungo delle Canarie e uno dei più grandi del paese, poiché sarà lungo 5,1 chilometri e passerà attraverso due tubi paralleli.

    La perforazione del tunnel sarà effettuata con macchine specifiche o ‘robot’ a due e tre teste che permettono di effettuare più trivellazioni contemporaneamente.

    Ce ne saranno cinque, una per ogni bocca del tunnel e un’altra per averla come riserva in caso di guasto.

    Una delle prime è arrivata da pochi giorni al cantiere di Santiago del Teide e le previsioni della Direzione Generale delle Infrastrutture Stradali sono che inizierà a lavorare alla fine del prossimo mese sul lato sud.

    Nel caso del Nord, i piani puntano a novembre-dicembre e da quel momento in poi tutti i macchinari saranno operativi.

    Ci sarà un robot ad ognuno dei quattro ingressi dei due tunnel.


    Questi permetteranno l’inserimento dei fori necessari per l’alloggiamento degli esplosivi, in quanto saranno praticati fori in più punti diversi allo stesso tempo.

    Il sistema di perforazione si chiama ‘Avance y Destructura’, ed è lo stesso utilizzato per la maggior parte dei tunnel AVE in Galizia perché è il sistema più veloce e più efficace in termini di orografia, caratteristiche del sottosuolo e dimensioni della perforazione.

    La procedura è la seguente: si perfora e si scava tutta la metà superiore della galleria, si inserisce la dinamite, si fa esplodere la roccia e si rimuovono i resti con i camion.

    Poi, la stessa operazione viene ripetuta con la metà inferiore e così via.

    Ci vorranno diversi mesi e si lavorerà in tre turni diversi durante 24 ore dal lunedì alla domenica per finire questo lavoro nei quattro anni in cui è stato progettato.

    L’esplosione che sarà fatta non sarà completa, ma integrale.

    Il processo è più laborioso, dettagliano dalla direzione generale menzionata, ma più preciso, poiché è ciò che si cerca, una maggiore precisione per evitare esplosioni incontrollate.

    Anche se molte persone possono dedurre che si produrrà un grande rumore, questo sarà difficilmente percepito dalla popolazione, poiché il lavoro sarà fatto ad una profondità che varia tra i 400 e i 600 metri.

    Non è ancora possibile specificare il numero di chili di esplosivo che saranno necessari, in quanto questo dipenderà dal terreno.

    A seconda del tipo di roccia, si prevede un’estrazione media giornaliera compresa tra i 6 e gli 8 metri cubi.

    Si prevede che le rocce, data la loro età, saranno molto dure, poiché questo aiuterà la frammentazione “ad essere pulita”.

    Inizieremo quindi dal lato sud e cercheremo di avanzare il più possibile, in modo che quando inizieremo a soffiare dall’altro lato, il materiale raccolto possa essere prelevato da quel lato e non dalla strada.

    Si prevede che entrambi gli ingressi si uniranno entro circa due anni e che lo scavo sarà effettuato in due fasi a causa delle dimensioni della cavità.

    La prima sarà più complicata perché fisserà la parte superiore del tunnel con un’altezza di sei metri, mentre la seconda raggiungerà la parte inferiore con meno tempo.

    Il materiale in eccedenza che verrà estratto da entrambi sarà utilizzato per il risanamento della cava di Bilma, nel comune meridionale, mentre un’altra quantità sarà utilizzata per riempire siti specifici -una perequazione del terreno in termini ingegneristici- nel tracciato della strada, soprattutto nel nord.

    Una volta terminato, con 5,1 chilometri, il tunnel di Erjos sarà il “padre” di tutti i tunnel, poiché finora il più lungo di Tenerife è El Bicho, a Santiago del Teide, lungo un chilometro, seguito da El Guincho, a Garachico, di soli 725 metri.

    Redazione

     

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