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    La papa bonita, quattro secoli di storia

    Tra due anni saranno quattro secoli da quando la papa bonita è stata coltivata per la prima volta a Icod el Alto (Los Realejos).

    La patata, originaria del continente americano, fu portata in questa zona da “Juan Bautista de Castro nell’anno 1622 che la fece piantare a Icod el Alto da dove si è felicemente diffusa nelle Isole Canarie”, come racconta Viera y Clavijo.

    La testimonianza di questa coltivazione è stata raccolta oggi dai membri dell’Associazione dei Raccoglitori di Papa Bonita e Colture Tradizionali di Icod el Alto, che è presieduta da Anatolio Luis Domínguez.

    Nei locali dell’associazione dove si trovano le camere per la conservazione delle patate e circondati da poster che promuovono il prodotto, con lo chef e consigliere gastronomico, Juan Carlos Clemente, che ha confessato il suo debole per questo tubero e per i contadini della zona che lavorano questa coltura.

    Clemente fa notare che alla fine del raccolto, a fine settembre, si tiene una giornata dedicata alla patata per favorirne il consumo.

    “Nel mercato gastronomico insegnano ricette, allestiscono un piccolo mercato con prodotti locali, portano gofio, miele, formaggio, ecc. ed è una festa che piace molto ai bambini”.

    Anatolio e Francisco ci mostrano le diverse varietà che sono conservate nell’associazione.

    Le varietà sono tredici: azucena negra y blanca (giglio bianco e nero); le quattro bonitas (nero, bianco, rosso e occhio di pernice); borralla melonera y roja; le pelucas roja, negra y blanca (i vecchi dicevano che quella nera era venduta per i diabetici); la terrenta y la negra yema de huevo.


    Normalmente la papa bonita viene seminata nella prima settimana di gennaio, al nord dicono nella settimana di San Vicente, e poi ognuno ha il suo momento per mangiarla.

    L’associazione, che conta otto agricoltori, è stata creata dieci anni fa con l’obiettivo di lottare per il successo di questa coltura, recuperare le sementi e promuovere la semina che era stata fermata dalla falena guatemalteca che ci impedisce di esportare il prodotto.

    Del suo valore gastronomico Clemente sottolinea che “solo con le patate si può cucinare un piatto, cosa che pochissimi prodotti permettono, non importa quanto ci si pensi.

    Quando la patata è al suo meglio, si raggrinzisce. Alla fine si scopre che in Icod el Alto, per esempio, fanno qualcosa di delizioso, la papa viene schiacciata, poi fritta, croccante e piccante.

    “Se si ha la possibilità di mescolare tre o quattro varietà, di colori, sapori e consistenze diverse, è un piatto completo”.

    Bina Bianchini

     

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