More

    Il GEOTOPO: la soluzione per “l’architettura pubblica”

    Dal suo studio la soluzione geometrica per “l’architettura pubblica”

    I centinaia di decreti dei governi, nel mondo, danno indicazioni sul comportamento da adottare in questo difficile periodo.

    Queste indicazioni non illustrano però l’espediente da utilizzare, cioè quale rimedio concreto sviluppare nello specifico.

    In altre parole: come stare vicini ma contemporaneamente distanti in un bar, al ristorante, in spiaggia?

    Il geotopo indica la più piccola unità di spazio geograficamente omogenea e lo possiamo analizzare per sviluppare formule ed elaborare risoluzioni nella gestione di un territorio dallo spazio limitato; osservando, ad esempio, alcune geometrie della natura.

    Anzitutto analizziamo l’area d’azione del pericolo: essa tratta lo spazio attorno alla bocca, naso e occhi; pertanto la distanza indicata di un metro e mezzo da tenere è quella che circonda la testa e non l’intero corpo (Fig. 1).

    Un corpo alto in media 1,7 metri ha la testa come fosse immersa in una sfera con un raggio di 1,5 metri come zona inavvicinabile; tranne però per la parte superiore, poiché le goccioline del fiato o dello starnuto, per via della legge di gravità, avrebbero difficoltà a superare il mezzo metro di altezza (Fig. 2).

    Se per ipotesi si costruisse, in un determinato spazio, una struttura a “terrazze” o gradini come la piramide di Guimar, le persone potrebbero stare a 50 cm di distanza tra loro senza pericolo (Fig. 3) così da poter collocare, in uno spazio grande come l’area della base, almeno il doppio delle persone.

    Questo per dimostrare che la percezione del rispetto della distanza è più grande di una realtà modificata.


    Nella figura 4 ipotizziamo invece una superficie, come un locale bar, che ha uno spazio utile di 6 x 2 metri per il pubblico.

    Con i cerchietti azzurri individuiamo le teste delle persone che occupano il bar.

    Ricordiamoci sempre che è dalla testa che parte lo spazio di un metro e mezzo di raggio = 3 metri di diametro, di rischio di contagio.

    Nel locale, sfruttando delle regole precise di geometria, ci potrebbero stare dunque 8 persone senza rischio di contaminarsi.

    Nella figura 5 illustriamo un’altra forma geotopa: piani in una struttura elicoidale.

    In uno spazio di circa 8 metri per lato (dove potremmo collocare approssimativamente 20/25 persone con il rispetto delle distanze) eleviamo una sorta di scala a chiocciola in uno spazio cubico di circa 8 metri in altezza, creando circa 45 “gradini” su tre piani dove possiamo collocare una o due persone in ognuno.

    Le persone che possono occupare un’area così strutturata sono circa 60, il triplo dell’area a due dimensioni. Potremmo anche semplificare creando tre piani distinti come quelli di un palazzo, ma toglieremmo la visuale di molti verso un ipotetico orizzonte marino.

    Questi citati sono tre esempi di analisi di geotopo, cioè una base per studio di come creare modelli geometrici, anche osservando la natura, atti a sfruttare al meglio uno spazio.

    Ogni sito è una cosa a se, pertanto non possiamo generalizzare un’unica soluzione che tutti possono adottare, ma con l’aiuto di un po’ di fantasia, di una consulenza con un interior designer o di un architetto, sicuramente si può contrastare il concetto di spazio limitato.

    Andrea Maino

     

    Articoli correlati