Il 31 gennaio, lo stesso giorno in cui l’Italia ha dichiarato i primi due casi di coronavirus, anche la Spagna ha notificato il suo primo paziente: un turista tedesco appena arrivato a La Gomera che era stato infettato nel suo Paese.
Una sfida per un’isola così piccola, ma la reazione non avrebbe potuto essere più efficace: il turista tedesco non ha nemmeno infettato i suoi compagni di viaggio.
Due mesi e mezzo dopo, La Gomera ha subito solo dieci casi di Covid-19.
E a tutt’oggi, solo un malato è in attesa di essere dimesso dall’ospedale su quest’isola.
Il presidente del suo Cabildo, Casimiro Curbelo, ritiene che il fatto di essere un’isola e l’ulteriore confinamento a cui La Gomera è stata sottoposta limitando tutte le sue comunicazioni facilitino una graduale decontaminazione interna, come hanno detto gli esperti.
La chiave, secondo lui, sta nel controllo degli aeroporti e dei porti.
Nel caso di La Gomera, l’aerodromo dell’isola rimane chiuso, mentre al porto viene effettuato un processo di disinfezione di tutti i veicoli che sbarcano.
Curbelo sottolinea che i dieci casi di Covid-19 sono stati tutti importati e riconosce che gli abitanti dell’isola sono desiderosi di “avere una vita normale”.
Pensa che sia possibile recuperarla, ma sempre con garanzie di salute e sicurezza.
“Il 10 maggio, giorno in cui finisce lo stato di allarme (dopo l’ultima proroga richiesta dal Consiglio dei ministri), dobbiamo arrivare con un programma concreto per iniziare a scendere in piazza”, afferma il politico. E, secondo lui, la grande domanda è se su isole come la sua, ma anche El Hierro e La Graciosa, inizieranno ad aprire prima di quella data.
Con settori come la costruzione di nuovi beni e l’uscita parziale dei bambini a partire dal 27 di aprile, Curbelo ritiene che si debba studiare la possibilità che alcune imprese possano aprire le loro porte.
Propone anche di permettere alle persone di passeggiare per strada con i controlli adeguati e riconosce che è più facile farlo su una piccola isola che in una città di 200.000 abitanti.
A La Gomera, aggiunge, sono state adottate molte misure di sicurezza per garantire il controllo del virus e cita come esempio la creazione di gruppi di 160 persone per la disinfezione.
Anche se hanno avuto problemi con la fornitura di kit di test, sono stati tutti testati nelle case di cura e nessuno è risultato positivo, sottolinea.
Dal suo punto di vista, spetta agli esperti dire come si può procedere a un’attenuazione, anche se è pienamente convinto che si possa fare senza rischi.
Casimiro Curbelo sostiene che tutti i cittadini delle Canarie, in generale, sono stati molto rispettosi del confino e avverte che le conseguenze di questa crisi saranno “drammatiche” per le isole a causa della paralisi del suo motore, il turismo.
dalla Redazione