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    Il Puro Palmero

    Origine del Puro Palmero (il sigaro prodotto a La Palma)

    Dal 1661 si ha notizia della coltivazione del tabacco nell’Isla Bonita, mentre le prime coltivazioni nel Parco Nazionale della Caldera de Taburiente risalgono all’anno 1730.

    Le Isole Canarie erano una tappa obbligatoria per le navi che trasportavano merci verso l’America, soprattutto verso il porto dell’Avana.

    All’epoca molti canari se ne andarono seguendo la rotta aperta da Cristoforo Colombo, al punto che più di 120.000 abitanti abitavano la più importante isola produttrice di tabacco del mondo: Cuba.
    A loro fu concessa la licenza di coltivarla e produrla, e già nel XIX secolo queste famiglie emigrate tornarono convertite in esperti del tabacco, portando tra i loro bagagli i semi di questa pianta che si adattavano facilmente alla fertilità dei nostri terreni e all’influenza degli alisei.

    Perché è speciale l’elaborazione del puro palmero?

    La qualità suprema del puro palmero, riconosciuta a livello mondiale, è dovuta al fatto che la sua elaborazione è caratterizzata da semplicità, abilità e gesti, accompagnati da tradizione, segreti e formule sussurrate all’orecchio di generazione in generazione.

    I semi attuali sono arrivati da Cuba negli anni ’40 del secolo scorso, aiutando molte famiglie a sopravvivere con la loro coltivazione nel dopoguerra.


    Le donne facevano la guardia di notte nei semenzai e, sebbene la lavorazione maschile sia predominante, conoscevano anche l’arte meticolosa di mescolare le foglie migliori, tanto da ottenere una maggiore produzione di sigari rispetto agli uomini.

    È fondamentale scegliere il tabacco più appropriato, non basta avere un tabacco di qualità, deve essere di qualità eccezionale.

    Una miscela di tabacco viene creata dalle migliori foglie, accuratamente selezionate e trattate a mano dall’inizio alla fine da esperti artigiani.

    In questo processo sono importanti sia la materia prima che il luogo in cui viene immagazzinata…

    Il suo aroma molto ambito riesce a differenziarlo dai sigari caraibici, ma per non confonderli, i veri sigari di La Palma portano un sigillo ufficiale di garanzia.

    Data la qualità dei sigari canari, gli esperti dicono che bisogna sciacquare la bocca per assaporarlo meglio, strizzarlo vicino all’orecchio per sentirne lo scricchiolio, accenderlo con un fiammifero di legno e, soprattutto, divertirsi a lasciarsi avvolgere dal suo aroma impegnandosi in un dialogo fruttuoso con il fumo.

    Alberto Moroni

     

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