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    Gli imprenditori canari avvertono di un impatto senza precedenti

    Le associazioni degli imprenditori di Tenerife e Gran Canaria descrivono le misure economiche come “poco sagge e controproducenti” e sottolineano che le restrizioni porteranno alla chiusura delle imprese.

    Hanno mostrato grande preoccupazione per le restrizioni economiche decretate dal Governo, così come per le misure adottate nel campo dell’occupazione e hanno convenuto che queste genereranno un “impatto senza precedenti” sull’economia delle Isole Canarie, con le sue “corrispondenti ripercussioni sociali”.

    Nella misura in cui la Confederazione dei datori di lavoro delle Canarie (CCE) ha descritto alcuni di essi come “economia statale e diretta”.

    Il presidente della Confederazione Provinciale dei datori di lavoro di Santa Cruz de Tenerife (CEOE-Tenerife), José Carlos Francisco, ha deplorato profondamente che il clima di consenso che esisteva tra i datori di lavoro e il governo centrale si sia “deteriorato” soprattutto dopo gli ultimi decreti, approvati senza consenso e, “quest’ultimo [rispetto a quello approvato la domenica] solo mezz’ora dopo la sua entrata in vigore.

    Inoltre, ha indicato che “la limitazione delle capacità imprenditoriali, impedendo in qualsiasi modo i licenziamenti, mandando a casa i lavoratori ma facendo in modo che il datore di lavoro continui a pagarli nonostante non ottenga alcun reddito, genera molta “incertezza e diffidenza”.

    Il presidente della CEOE-Tenerife ha anche indicato che le dichiarazioni del vicepresidente, Pablo Iglesias, nelle quali allude al fatto che la ricchezza nazionale appartiene a tutti “non aiutano quello che tutti cerchiamo di fare, cioè salvare la situazione nel miglior modo possibile”.

    Allo stesso modo, i datori di lavoro di Las Palmas hanno detto che rispetteranno le misure, ma in alcuni casi potrebbero essere “incostituzionali e tipiche di un modello di economia diretta dallo Stato”, come l’istituzione di un congedo retribuito per i lavoratori pagati dalle aziende e non dallo Stato.

    Secondo il CEC, le restrizioni possono portare alla chiusura definitiva di molte aziende e lavoratori autonomi, e sono necessarie misure urgenti per alleviare “questa drammatica situazione e non causare una distruzione massiccia del tessuto imprenditoriale e dell’occupazione in modo definitivo”.


    Molte delle misure “sono poco sagge e controproducenti” e richiedono quindi azioni “fiscali, economiche e lavorative” per garantire la vitalità delle imprese e l’occupazione.

    Il Circolo degli imprenditori e dei professionisti del sud di Tenerife (CEST) concorda sul fatto che le misure in materia di lavoro annunciate dal governo spagnolo accelereranno le perdite delle imprese e dei lavoratori autonomi e la loro liquidità.

    dalla Redazione

     

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