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    Seimila animali per strada ogni anno

    Il Cabildo di Tenerife lancia una campagna per incoraggiare l’adozione di animali domestici, visto l’alto numero di abbandoni registrati dai venti rifugi dell’isola.

    Ogni anno più di 6.000 animali vengono abbandonati a Tenerife.

    Un dramma che ogni giorno lascia per strada molte bestiole che una volta erano il regalo perfetto, ma che sono diventate un grosso problema per i proprietari o quei cuccioli arrivati inaspettatamente a causa della mancata sterilizzazione.

    Questo è il quadro che emerge dai documenti dei venti rifugi per animali dell’isola, che più volte hanno messo in guardia su questo problema.

    Si tratta di dati molto preoccupanti, che provano come la nostra società da un lato si preoccupa tanto per gli animali, dall’altro li maltratta.

    Per cercare di sensibilizzare Tenerife su questo problema, l’istituzione ha lanciato nei giorni scorsi una campagna per promuovere l’adozione di animali domestici.

    L’iniziativa “Io non compro amici” cercherà di scoraggiare l’acquisto di animali e di puntare sull’adozione attraverso un rifugio.

    La campagna diffonderà, attraverso i social network, la pagina “Bienestaranimaltenerife.es” e il sito istituzionale del Cabildo, le esperienze di vip o persone comuni che hanno adottato un animale domestico.


    L’obiettivo è che si uniscano più persone che condividano attraverso i social network le foto e video con i propri animali domestici, accompagnati dall’hashtag #YoNoComproAmigos.

    La canzone “Qué bueno encontrarte!” del cantautore Sito Morales sarà la colonna sonora di questa iniziativa e accompagnerà il video realizzato con frammenti delle diverse storie di amicizia.

    Il numero di abbandoni mostra cifre preoccupanti e i cittadini dovrebbero avere tutte le informazioni possibili per sapere dove e come adottare.

    Il ministero punta a sviluppare campagne di sensibilizzazione e a migliorare le strutture di accoglienza esistenti.

    La soluzione a cui si punta non è quella di avere una rete di rifugi insulari o co-marcali, ma di migliorare le condizioni di vita di questi animali e scuotere le coscienze.

    Inoltre, si desidera valorizzare il lavoro svolto ogni giorno dai volontari che si prendono cura degli animali finiti nei rifugi.

    I centri sono aperti grazie al volontariato e la loro collaborazione aiuta questi animali ad avere una vita migliore.

    Questi animali sono compagni di una vita e ci stanno accanto anche durante i momenti fondamentali come l’arrivo di un figlio, che invece è una delle principali cause di abbandono.

    Ugo Marchiotto

     

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