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    La Gomera, lo smeraldo delle Canarie

    Foto di Cristiano Collina

    La piccola isola mantiene la più grande riserva di laurisilva e modi di vita ancestrale.

    L’isola di smeraldo era l’ultimo luogo conosciuto che Cristoforo Colombo calpestava prima di attraversare l’Oceano alla ricerca delle Indie.

    Piccola, rotonda, umida e verde, La Gomera è un pezzo di paradiso in mezzo all’Atlantico.

    E’ anche l’isola che meglio conserva le tradizioni antiche degli antichi aborigeni e la più grande foresta di laurisilva, albero del Terziario.

    Una foresta chiamata Garajonay, i cui corsi d’acqua crescono in autunno.

    Tradizioni popolari ancorate al passato e un mezzo di comunicazione unico al mondo: il fischio gomero.

    Un aneddoto locale racconta di viaggiatori provenienti da altre terre che percorrevano in auto una strada secondaria. La mappa era diventata improvvisamente incomprensibile e non sapevano in quale villaggio dell’isola fossero. Chiesero ad un ragazzo dove si trovassero.

    Il ragazzo, che portava un bastone in una mano e un’ombra pelosa a forma di cane ai suoi piedi, rispose, guardando perplesso che si trovano a La Gomera.


    Gli stranieri, ridendo a crepapelle, gli chiesero di specificare un po’ di più, il ragazzino disse loro che si trovavano a Chipude, pensando a dove stessero mai andando.

    Questo aneddoto riassume il carattere del popolo de La Gomera, senza dubbio, la migliore delle isole colombiane, un’isola che non ha un solo angolo che non valga la pena visitare.

    La prima cosa che viene in mente quando si pensa a La Gomera, oltre al fischio, è il suo polmone verde: il Parco Nazionale di Garajonay.

    L’esuberanza di questa vegetazione del Terziario è impressionante.

    L’umidità sospesa tra le eriche le conferisce un aspetto misterioso che innesca l’immaginazione.

    E’ indescrivibile attraversare i tunnel scavati nella pietra che distillano gocce come se fosse la vasca gigante di una casa canaria.

    C’è da perdersi, mappa alla mano lungo i deliziosi sentieri del Parco.

    Tra le cose che l’isola ha da offrire, c’è la gastronomia.

    Il piatto principale è l’almogrote, una crema a base di formaggio da spalmare e gustare come aperitivo e il miele di palma, una prelibatezza da non perdere.

    La spiaggia di Santiago è l’opzione per coloro che non possono vivere senza la propria razione di salnitro e sabbia nera.

    Infine, una menzione al fischio gomero, Patrimonio dell’Umanità.

    Claudia Di Tomassi

     

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