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    Suárez, il capitano canario che rifiutò il regno di Cambogia

    Il capitano Juan Suárez Gallinato è uno dei tanti personaggi che hanno animato la storia delle Canarie e della Spagna, ma conosciuto poco o affatto se non dai più curiosi.

    Esattamente 422 anni fa, circa 120 soldati spagnoli e altri provenienti dalle Filippine e dal Giappone, partirono da Manila su 3 imbarcazioni, capitanate da Suárez, per tentare di frenare l’invasione della Cambogia da parte della Cina.

    Il capitano, nativo di La Laguna, faceva parte delle prime famiglie ebraiche che si stabilirono a Tenerife e lo studioso Canarie José Viera y Clavijo affermò che durante la tappa militare in Cambogia, Suárez incantò i principi cambogiani utilizzando le sue naturali doti di prudenza e disciplina, a tal punto che essi finirono per offrirgli il regno del Paese.

    Da questa annotazione si diffuse in pochissimo tempo la (falsa) notizia che Suárez divenne effettivamente nientemeno che il re della Cambogia, quando in realtà molto scaltramente decise di declinare l’invito e di tornare nelle Filippine, per unirsi con una ricca vedova.

    A contribuire alla nascita della leggendaria storia di Suárez furono principalmente Góngora, Claramonte e Cervantes, mentre i fatti che narra Miguel Zugasti, professore del Dipartimento di Filologia della Facoltà di Filosofia e Lettera dell’Università di Navarra, indicano che nel 1593 il re del Siam (l’allora Thailandia), invase la Cambogia, esiliandone il re Paramarajia IV nel Laos mentre il portoghese Diego Belloso venne inviato nelle Filippine, affinché chiedesse al governatore di Manila, Gómez Pérez, un supporto militare.

    I professori del Dipartimento di Storia Moderna della UNED, Carlos Martínez Shaw e Marina Alfonso Mola nel loro studio Las Islas Filipinas: una encrucijada vital durante el primer período de globalización pubblicato dal CSIC nel 2014, segnalano che l’avventura spagnola in Cambogia cui prese parte il capitano canario, ebbe un impatto significativo sull’opinione pubblica spagnola e ricordano che la letteratura del periodo affrontò la questione con Góngora, Claramonte e Miguel de Cervantes.

    Le relazioni vennero avviate, precisano Shaw e Mola, da una richiesta di aiuto contro la politica aggressiva del Siam, richiesta inviata direttamente dal re Paramaja II nel 1593 al governatore delle Filippine Gómez Pérez Dasmariñas, in cambio di terre, amicizia e commercio.

    Il governatore decise di non intervenire in quella che a suo modo di vedere appariva una situazione altamente a rischio, anche se in seguito, stando alle fonti dell’epoca, si pentì di non aver colto quell’opportunità.


    Durante quella richiesta effettuata a Manila, Belloso tornò in Cambogia a mani vuote, scoprendo all’arrivo che i thailandesi avevano fatto prigionieri lo spagnolo Blas Ruiz de Hernán González e i portoghesi Antonio Machado e Pantaleón Carnero, ma da lì a poco anch’egli venne catturato.

    Secondo Miguel Zugasti vi fu un ammutinamento dei prigionieri imprigionati sull’imbarcazione diretta a Siam, che provocò un dirottamento verso le Filippine; correva l’anno 1594 e il figlio di  Gómez Pérez Dasmariñas, che morì l’anno prima alle Molucche, ovvero Luis Pérez, venne inviato sull’isola e fu lui che ordinò al capitano Suárez Gallinato di andare a sostenere la Cambogia.

    Egli partì con tre navi durante una brutta tempesta, tanto che dovette fare rotta nella baia di Singapore dove attese il miglioramento del tempo; nel frattempo Diego Belloso e Blas Ruiz arrivarono in Cambogia, realizzando un colpo di stato e sbarazzandosi del potere cinese che lì si era stabilito.

    Quindi appare Suárez Gallinato, che scelse di lasciare il paese lungo il fiume Mekong per giungere in Vietnam.

    Diego Belloso e Blas Ruiz raggiunsero invece il legittimo re di Cambogia, che si era rifugiato in Laos dal 1594.

    Egli offrì la sua primogenita in sposa a Diego Belloso oltre a conferirgli, insieme a Blas Ruiz, il titolo di governatori delle regioni di Tran e Bapano.

    A Gallinato offrì invece il trono che declinò, arrivando nelle Filippine dopo gli incidenti a Sumatra e a Singapore e decidendo di rimanerci; esausto come i suoi uomini e senza munizioni per resistere a un eventuale attacco di Siam, arrivò a Manila nella prima metà del 1597.

    A dispetto delle iniziali confusioni circa la fine di Suárez, Zugasti ricorda che attraverso le cronache dell’epoca vennero divulgate le gesta degli spagnoli che per primi arrivarono in terre ancora pressoché sconosciute.

    Magda Altman

     

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