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    Il diabete di tipo II, un nemico subdolo

    Sempre più spesso sentiamo parlare di diabete di tipo II ed il numero di persone che ne soffre è in costante crescita, e nonostante esistano precisi protocolli di prevenzione ed informazione, in Canaria oltre l’11% della popolazione adulta ne soffre.

    Iniziamo col dire cosa sia il diabete di tipo II e perché si distingue dal tipo I:

    Il diabete è una malattia per cui il pancreas non produce sufficiente insulina per mantenere i livelli di glicemia necessari a far “funzionare” il corpo; in sostanza manca la “chiave” che apre la porta alle cellule del corpo per far entrare gli “zuccheri” dal torrente sanguigno e trasformarli in energia.

    Perché nel titolo lo chiamiamo “subdolo”?

    Perché pur trattandosi di una malattia dalle conseguenze gravissime molti malati non si sentono tali semplicemente perché non ancora insulinodipendenti e tendono a sottovalutarne i rischi.

    Le cause le conosciamo ed è una delle malattie direttamente relazionata con lo stile di vita: obesità, vita sedentaria, alcool, tabagismo… sono fattori di rischio rilevanti, come l’età (anche se stanno aumentando considerevolmente i casi di diabete II in età giovanile) o il sesso (gli uomini sono più a rischio); e dalle conseguenze gravi (cecità, aumento del rischio di malattie cardiovascolari, ulcere fino a conseguenze estreme come la morte o l’amputazione).

    Questa premessa era doverosa per introdurvi al tema dell’articolo in generale che non vuole essere un articolo accademico né di consigli sulla prevenzione ed il trattamento (per la quale a fine articolo incontrerete diversi link relativi al protocollo del diabete in Spagna e Canaria) ma un piccolo compendio per i famigliari di diabetici per riconoscere le situazioni di emergenza e agire nel minor tempo possibile.

    Le complicazioni “acute” del diabete sono considerate emergenza medica, necessitano perciò del rapido intervento del personale di urgenza per poter essere risolte col miglior pronostico possibile e riconoscere e comunicare in tempo al personale sanitario del 112 determinati segnali è fondamentale.


    CETOACIDOSI DIABETICA

    La CAD è una delle complicazioni acute nelle quali una deficienza assoluta o relativa di insulina conduce all’apparizione dell’iperglicemia per cui il corpo non può usare la glucosa come fonte di energia attingendola dal grasso corporale (provocando la formazione di chetoni).

    Uno dei segni più evidenti, oltre al valore della glicemia > 250, è la respirazione rapida e con movimenti profondi del torace (respirazione di Kussmaul), l’alito acidoso (dall’odore fruttato) e l’abbassamento del livello di coscienza che può portare al coma.

    Iniettare insulina detiene il progredire della cetosi però è indispensabile chiamare l’112 per poter seguire l’andamento del paziente diabetico.

    COMA IPOGLICEMICO

    Generalmente il paziente diabetico è in grado di riconoscere i sintomi ed automedicarsi in caso di ipoglicemia però nel caso non possa farlo o sia incosciente dobbiamo essere in grado di riconoscerla ed agire di conseguenza.

    Anche in questo caso il valore di glicemia è l’indizio più rilevante; un valore < 70, tremore, visione offuscata, sudore freddo, pallidezza e nausea sono indice di un basso valore di “zuccheri” nel sangue.

    In caso la persona sia cosciente in via generale si applica la “regola del 15”, 15 grammi di idrato di carbono (per esempio un bicchiere d’acqua con due bustine di zucchero) e misurare dopo 15 minuti il valore della glicemia; in caso continuasse a risultare un valore <70 ripetere la somministrazione.

    Nel caso del paziente incosciente invece è necessario somministrare Glucagon (generalmente un diabetico ha sempre in frigo una confezione), prepararlo seguendo le indicazioni sulla scatola ed iniettarlo nella gamba o nel braccio.

    Normalmente in 5-15 minuti il Glucagon ristabilisce il livello di glicemia e la persona recupera coscienza.

    Se la persona che è con lui non si sente in grado di maneggiare la situazione, non riesce ad iniettare il medicamento o l’ipoglicemico inizia ad avere convulsioni o dopo l’iniezione non riprende coscienza è fondamentale chiamare immediatamente il 112.

    Per concludere, è assolutamente fondamentale ed una questione vitale, tanto per il diabetico che per i suoi famigliari o le persone che se ne occupano (in caso di persona dipendente) saper riconoscere e gestire questo tipo di emergenze nel miglior modo possibile.

    Esistono corsi specifici gratuiti organizzati dall’Asociación para el diabetes de Tenerife (ADT) per diabetici e famigliari; inoltre il vostro medico deve consigliarvi sulle misure preventive del “piede diabetico” o indirizzarvi a programmi specifici di alimentazione ed esercizio fisico.

    Ilenia Vietri

    Pagina web ADT www.diabetenerife.org

    Protocollo diabete in Canarias: https://www3.gobiernodecanarias.org/sanidad/scs/contenidoGenerico.jsp?idDocument=38fcd0f4-9f3e-11e6-a33b-757951c5b2fa&idCarpeta=0428f5bb-8968-11dd-b7e9-158e12a49309#5

     

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