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    Il Consorzio Puerto de la Cruz vince 1,6 milioni dopo una battaglia contro lo Stato

    L’Audiencia Nacional dà ragione alle amministrazioni delle Canarie, che non dovranno restituire l’80% dei fondi apportati dal Governo spagnolo per migliorare Puerto de la Cruz.

    Una sentenza della Camera di Contenzioso Amministrativo dell’Audiencia Nacional, già notificata alle parti, dà ragione alle amministrazioni canarie che compongono il Consorcio Urbanístico para la Rehabilitación Turística de Puerto de la Cruz, un ente che non dovrà restituire gli 1,6 milioni di euro rivendicati dal Governo spagnolo dal 2016.

    Il Consorcio portuense, rappresentato da un avvocato del Cabildo de Tenerife, ha presentato nel dicembre 2016 un ricorso contenzioso-amministrativo contro la risoluzione del 30 settembre 2016 del Segretario di Stato per il Turismo del Governo di Spagna che chiedeva la restituzione dell’80% del denaro fornito dallo Stato, attraverso Turespaña, al Consorcio portuense.

    Il governo spagnolo ha chiesto la restituzione di 1.655.337 euro dei 2.000.000.000 che hanno contribuito al miglioramento di Puerto de la Cruz.

    La sentenza ricorda che lo Stato, la Comunità Autonoma delle Isole Canarie, il Consiglio Insulare di Tenerife e la Città di Puerto de la Cruz hanno firmato il 20 luglio 2010 un accordo per la riabilitazione e la modernizzazione della città turistica, un accordo con il quale le quattro amministrazioni si sono impegnate a finanziare congiuntamente le azioni da realizzare attraverso il consorzio.

    Nel corso del 2015 la Segreteria di Stato per il Turismo ha richiesto la giustificazione degli investimenti effettuati a partire dalla data di sottoscrizione dell’accordo e il Consorzio ha fornito la relativa documentazione, oltre a rispondere alle richieste di documentazione complementare o chiarimenti.

    L’11 dicembre 2015, il vicedirettore generale per lo sviluppo e la sostenibilità del turismo della Segreteria di Stato per il turismo ha emesso una risoluzione con la quale ha accettato di avviare una procedura per dichiarare l’inosservanza parziale delle clausole dell’accordo firmato, a causa di una presunta mancanza di giustificazione da parte delle azioni cofinanziate dallo Stato, attraverso Turespaña.


    Il Consorcio portuense ripropone le giustificazioni ritenute pertinenti, non stimate dallo Stato, il che significa che il 19 aprile 2016 la Segreteria di Stato per il Turismo ha emanato una delibera che ha chiuso il procedimento amministrativo, ha chiesto la restituzione di 1,6 milioni di euro e ha chiesto, inoltre, il pagamento di interessi e ritardi.

    Nell’aprile 2016, El Día ha rivelato la decisione dello Stato di abbandonare il Consorcio portuense “a causa del conflitto aperto dovuto a discrepanze tecniche sulla giustificazione degli investimenti del Consorcio e sulla validità dei piani e delle convenzioni di finanziamento”.

    Il Consorzio ha presentato contro questo atto – che ha posto fine al percorso amministrativo – un precedente requisito, il 23 giugno 2016, in cui è stata ribadita la giustificazione richiesta dallo Stato e richiesta la sospensione della delibera.

    E ‘stato anche licenziato dall’agenzia statale con un’altra risoluzione del 30 settembre 2016.

    Il Consorcio portuense è stato poi costretto a presentare, già nel dicembre 2016, un ricorso alla Camera di contenzioso amministrativo dell’Audiencia Nacional.

    Tale ricorso è stato infine accolto e lascia senza effetto la delibera impugnata e la reintegrazione sollecitata “dalla scadenza del procedimento”, senza che l’udienza sia stata iscritta per analizzare il resto delle ragioni sollevate nel reclamo.

    Oltre all’annullamento della risoluzione impugnata, la sentenza include la “esplicita condanna delle spese dell’amministrazione convenuta”.

    L’Audiencia Nacional permette che, tre anni dopo l’inizio del conflitto, il Consorcio portuense eluda il ritorno di questi 1,6 milioni di euro apportati dallo Stato tra il 2010 e il 2015.

    Tale decisione è ancora soggetta a ricorso, che deve essere presentato entro trenta giorni.

    La sentenza condanna l’amministrazione centrale al pagamento delle spese processuali.

    Un’altra mancanza dello Stato verso le isole

    Il presidente del Cabildo de Tenerife e candidato alla rielezione, Carlos Alonso (CC), ha sottolineato ieri che, “ancora una volta, i tribunali danno ragione alle amministrazioni canarie per un altro fallimento dello Stato con le isole.

    In questo caso viene data la motivazione alle entità che compongono il Consorzio Urbano per la Riabilitazione di Puerto de la Cruz, che coinvolge il Cabildo de Tenerife, il Governo delle Isole Canarie e la Città di Puerto.

    Secondo Alonso, “l’abbandono del governo centrale in questioni di interesse generale per l’isola, come accade in questo caso con Puerto de la Cruz, sembra che debba sempre essere risolto in tribunale.

    Nell’aprile 2016, Alonso stesso ha richiesto, senza successo, una soluzione amichevole a questa pretesa dello Stato.

    Redazione

     

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