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    Il paradosso di Gorona del Viento

    In prima linea nel mondo per le rinnovabili, ha raddoppiato il costo reale dell’elettricità

    Gorona del Viento, la centrale eolica di El Hierro collegata a una diga, è un esempio apparentemente virtuoso di come si possa rendere autosufficiente un’isola nel pieno rispetto del suo habitat.

    Solo nel 2017, Gorona del Viento ha fatto sì che si evitasse il rilascio nell’atmosfera di 2.700 tonnellate di CO2, portando l’isola ad emettere quindi il 26% in meno di gas a effetto serra.

    El Hierro risulta così in prima linea nel mondo per le energie rinnovabili e più vicina di chiunque altro alla realizzazione dell’utopico disimpegno dal petrolio.

    Ma esiste un imbarazzante paradosso: in due anni di percorso virtuoso, il costo reale dell’elettricità sull’isola è più che raddoppiato, passando da 239 euro/Mwh della centrale termica a 630 euro per megawatt con la centrale eolica.

    Lo sconcertante dato è stato diffuso dalla Università di Las Palmas di Gran Canaria (ULPG), che ha recentemente portato a termine uno studio a firma dei ricercatori Francisco Javier García Latorre (direttore generale di Nuevas Tecnologías del Gobierno canario nel 2015 e nel 2016), José Juan Quintana e Ignacio de la Nuez, sui costi operativi dell’impianto idroelettrico di El Hierro.

    Gorona del Viento è una centrale che riesce a immagazzinare l’energia delle 5 turbine eoliche di El Hierro, le quali producono più di quanto l’isola necessiti; un flusso costante di elettricità deriva dall’acqua raccolta in una diga di 700 metri di altezza che fa muovere le turbine in assenza di vento.

    Lo stabilimento, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, basti ricordare il Premio per Energie Rinnovabili ricevuto nel 2015 dal Governo francese, oggi produce il 46% della luce consumata sull’isola, quando prima questa veniva generata al 100% da carburante, ed è riuscito a garantire 18 giorni consecutivi di elettricità, senza bruciare un solo grammo di diesel.


    Ma non solo: durante l’estate del 2018, è stato dimostrato che Gorona del Viento in soli 4 anni di attività aveva già ammortizzato tutti gli investimenti fatti per la sua costruzione, pari a 82 milioni di euro, finanziati prevalentemente da fondi pubblici (la centrale appartiene per il 66% al Cabildo di El Hierro, per l’11% al Gobierno delle Canarie e per il 23% a Endesa).

    Questi straordinari risultati, pubblicati sulla rivista di settore Renowable Energy da ULPG, hanno però un costo strabiliante.

    Gli autori dello studio che hanno esaminato 2 interi anni di funzionamento di Gorona del Viento, ovvero il 2016 e il 2017, anni per inciso nei quali non vi sono state modifiche significative al numero degli abitanti, alla loro domanda totale di elettricità o ai prezzi dei combustibili utilizzati dalla centrale termoelettrica di Los Llanos, affermano che ora le energie pulite non sono più sufficienti alle necessità dell’isola.

    La conclusione cui sono pervenuti è la seguente: l’energia generata a El Hierro è costata 630 euro per Mwh nel 2016 e 515 euro nel 2017, quando in questi due anni sarebbe costata, se prodotta dalla centrale termica, rispettivamente 248 e 239 euro.

    Questo significa che Gorona del Viento ha innalzato tra il 154% e il 115% (2016 e 2017) il costo reale dell’elettricità, anche se i consumatori dell’isola non se ne sono accorti, visto che l’eccesso viene spalmato sulle bollette di tutti gli spagnoli (Canarie e Baleari incluse).

    Generare elettricità sufficiente per l’isola negli anni 2016 e 2017 di fatto è costato 28,8 milioni di euro in più di quanto sarebbe costato continuando a utilizzare la centrale termoelettrica.

    L’efficienza della centrale quando converte il vento in acqua racchiusa nella diga, è inferiore rispetto a quella ipotizzata in fase progettuale e spegnere e riaccendere a intermittenza i bruciatori del carburante della termoelettrica costa molto di più che lasciarli sempre in funzione.

    Ma soprattutto, afferma Latorre, le sovvenzioni promosse dallo Stato nell’operazione Gorona del Viento, a suo modo di vedere, sono state eccessive.

    Il Cabildo di El Hierro difende ovviamente la centrale eolica, precisando che distribuisce indiscutibili benefici agli abitanti: primo tra tutti la diminuzione del 26% delle emissioni dei gas serra e secondariamente l’investimento dei risparmi generati nel prossimo importante step per essere un’isola virtuosa, ovvero l’ingresso delle auto elettriche, per le quali il Cabildo promuove sovvenzioni tra i 7.000 e i 10.000 euro per l’acquisto di veicoli a zero emissioni.

    Modi di vedere diversi e cifre incontestabili: di certo, nella sfida verso un’energia davvero pulita, a pesare maggiormente sul piatto della bilancia (e quindi a favore di Gorona del Viento) sono quelle 2.700 tonnellate in meno di emissioni che non ci respireremo.

    Ilaria Vitali

     

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