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    Il DOTTORE risponde

    Le patologie reumatiche:  i dolorini della vecchiaia non sono una necessità.

    Le patologie reumatiche colpiscono il 16% della popolazione mondiale e si guadagnano il secondo posto fra le malattie croniche più diffuse.

    Contrariamente a quanto si pensa NON sono dolori inevitabili legati all’età o al clima.

    Come sempre, o almeno quasi sempre, prevenzione e diagnosi precoce sono ottime armi per contrastarle.

    E’ quando le diagnosi vengono formulate troppo tardi che diventa necessario conviverci.

    Le patologie reumatiche appartengono a tre grandi famiglie:

    Patologie degenerative: artrosi

    Patologie infiammatorie: artriti


    Patologie dismetaboliche: gotta

    Quali regole seguire per evitare di arrendersi a quelli che troppo spesso definiamo con superficialità “dolori della vecchiaia”?

    Le basi di una vita sana fanno parte di qualsiasi programma di prevenzione, quasi tutti i lettori diranno “fin qui ci arrivo anche io”… ma quanti di loro osservano davvero e ogni giorno i consigli che sto per dare?

    L’alimentazione innanzitutto.

    Una dieta povera di grassi e proteine e ricca di vitamine e fibre e bere tanto, almeno due litri di acqua al giorno è la base.

    Non fare vita sedentaria e tenere il peso sotto controllo, non fumare, imparare a riconoscere i campanelli d’allarme.

    Delle tre famiglie quella che maggiormente incide è l’artrite nelle due forme più diffuse, l’artrite reumatoide e e l’artrite psoriasica.

    In parole povere un’infiammazione delle articolazioni.

    Ci danno segnali a livello fisico, psicologico e sociale.

    A livello fisico avvertiamo oltre al dolore un senso di stanchezza, di affaticamento perché tutto sembra più difficile e nel tempo interviene una riduzione delle capacità motorie.

    Al livello psicologico, la ripercussione di un ridotto controllo della possibilità di interazione si manifesta sotto forma di ansia, depressione, stress.

    Il rapporto costi benefici del movimento è come un bilancio in passivo.

    A livello sociale l’insieme della difficoltà oggettiva del corpo a svolgere le più semplici mansioni e del velato malumore, dell’insoddisfazione e dell’insicurezza che questo comporta, porta con sé la tendenza ad un progressivo isolamento ed è una componente non irrilevante della condizione di ridotta felicità che la terza età porta con sé se ci si lascia andare.

    Oggi disponiamo di terapie all’avanguardia, le cosiddette terapie SPT, di farmaci biologici estremamente efficaci, dunque, volere è potere…

    Mangiate sano, passeggiate, fate pilates, non fumate ma soprattutto… evitate di diagnosticare da soli l’inevitabile insorgere dei dolorini della vecchiaia e non aspettate fino a quando potete convivere con i dolorini e pazientare… ANDATE DAL MEDICO!!!!

    Possibilmente prima di sentirvi dire “Signora, Signore, se fosse venuto prima avrei potuto fare molto di più!”

    Dott. Alessandro Longobardi

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