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    Imposta comunale sui terreni, quando è annullata e perché

    Il Tribunale Supremo ha recentemente stabilito che la liquidazione dell’imposta comunale sui terreni di proprietà potrà essere annullata solo quando sia comprovata, da parte del contribuente, l’esistenza di una diminuzione del valore degli stessi.

    In concreto la Terza Sezione del Tribunale Supremo ha respinto il ricorso in cassazione contro una sentenza della Camera del Contenzioso Amministrativo del TS di Aragona, considerandone  corretta l’interpretazione della norma, nel negare al BBVA la restituzione di quanto corrisposto per la vendita di terreni senza dimostrare l’assenza di profitto dell’operazione.

    Nel febbraio dello scorso anno il Tribunale Costituzionale ha annullato l’imposta comunale di plusvalenza e una successiva sentenza di maggio ha stabilito che i contribuenti non devono pagare questa tassa allorquando la vendita di una proprietà generi perdite.

    Qui il TS chiarisce che solo potranno essere reclamate le devoluzioni della plusvalenza nei casi in cui si dimostra l’effettiva perdita di introiti.

    L’Alta Corte considera gli articoli 107.1 e 107.2 del testo rivisto della legge delle haciendas locali, sofferenti unicamente di una parziale nullità, poiché costituzionali ed applicabili in toto nei casi in cui il contribuente, nell’operazione di trasferimento o costituzione dei terreni, non abbia ottenuto un aumento di valore o una capacità economica sufficiente ad essere tassata.

    Al contrario considera invece anticostituzionale e quindi nullo l’articolo 110.4 poiché, come segnalato dallo stesso TC, esso non consente di accreditare un risultato diverso a quello risultante dall’applicazione delle regole di valore che contiene, impedendo ai soggetti passivi di dimostrare l’assenza di un aumento del valore dei terreni di fronte all’amministrazione municipale o, in questo caso, all’organo di giustizia, evitando così il pagamento della plusvalenza.

    In relazione alle prove della non esistenza di una plusvalenza reale ed effettiva, il tribunale considera che è il contribuente a dover dimostrare l’inesistenza dell’incremento del valore del terreno, come ad esempio portando come prova la differenza tra il valore d’acquisto e quello della vendita, entrambi trascritti su documenti ufficiali e pubblici.

    Una volta comprovata la non esistenza di aumento di valore del terreno, sarà allora l’amministrazione che si farà carico di portare dette prove a fronte di ogni pretesa.


    A giudizio del Tribunale, una plusvalenza reale ed effettiva è perfettamente verificabile con i mezzi stabiliti dalla Ley General Tributaria, ma fino alla pronuncia della Corte Suprema permangono discrepanze tra gli stessi giudici.

    Il Tribunale Superiore di Giustizia di Madrid ha annullato, lo scorso mese di agosto, la plusvalenza nonostante il contribuente non avesse dimostrato l’esistenza di tale perdita.

    Marta Simile

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