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    Le Canarie controllano i fondali dei porti a caccia di specie esotiche invasive

    Il Ministero della Politica Territoriale, della Sostenibilità e la Sicurezza del Gobierno delle Canarie ha attuato un progetto per studiare i fondali dei porti delle isole alla ricerca della presenza di specie esotiche invasive in grado di minacciare l’habitat naturale.

    La riparazione e l’ancoraggio di piattaforme petrolifere oltre che di grandi imbarcazioni rappresenta infatti un rischio per l’eventuale trasporto e introduzione di specie esotiche che possano arrecare un impatto negativo sulle specie autoctone delle Canarie.

    L’introduzione di specie invasive nell’ambiente attraverso il traffico marittimo è un problema globale noto da molto tempo e che non si limita alla presenza delle piattaforme petrolifere, ha affermato durante una conferenza il ministro del Parlamento regionale Nieves Lady Barreto.

    I controlli si concentrano soprattutto nelle acque dei fondali dei porti, dove sono già state individuate due specie di corallo potenzialmente invasivi a Santa Cruz e Las Palmas ma allo stesso modo si sono focalizzate sugli scafi delle imbarcazioni che rappresentano un vettore di introduzione di specie piuttosto frequente.

    Lo scorso mese di novembre il Vice Ministro dell’Ambiente delle Canarie aveva segnalato la presenza dei due coralli nei fondali dei porti di Santa Cruz e Las Palmas, la Tubastrea coccinea e la Oculina patagonica, rivelati grazie alle analisi effettuate dal 2016 all’interno del progetto europeo MIMAR e al monitoraggio effettuato dagli oltre 700 volontari della Red Promar.

    Redazione

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